Il 21 luglio Felice Romano e Giovanni Baglioni al Castel Sant’Elmo di Napoli saranno protagonisti della “sfida” artistica “Alternanze sonore” uno spettacolo site specific, la cui creazione è stata ispirata dalla location che lo ospita, e che sarà presentato per la prima volta al pubblico. Abbiamo incontrato il cantautore Felice Romano.
Tra pochi giorni l’impegno con Giovanni Baglioni nel concerto “alternanze sonore”, uno “scontro” musicale con grande attenzione anche al linguaggio teatrale, ci parla di questo spettacolo?
«Dibattevo con Giovanni sulle emozioni che suscita la musica e siccome lui fa solo musica ed io invece la completo con le parole è nato uno scontro su varie tesi, quasi un duello. Abbiamo deciso di farne uno spettacolo non solo musicale dove due cavalieri “Suono” (Giovanni) e “Parola” (io) si sfidano; ed avendo prescelto la location di uno dei posti più belli di Napoli ci siamo immaginati cavalieri ed in effetti sarà uno scontro elegante di fioretto direbbero in termini schermistici».
Come è nata la collaborazione con Baglioni?
«Conosco Giovanni da un po’. Io lo trovo geniale sia nel suo modo di suonare che in genere nella vita. È appassionato di cose particolarissime; un giorno di tanto tempo fa mi confidò di voler scrivere un libro sugli avverbi antichi, un “mito”».
Un viaggio musicale il suo che parte dal medioevo come unite le vostre esperienze in questo show?
«I suoni di Giovanni sono “ferrosi” del resto muove corde e tamburi (con pugni sulla cassa che usa spesso come cassa armonica); i miei suoni appartenendo al cantautorato italiano sono per loro natura dolci, ma ho cercato di adattarmi e collaboreranno con me alcuni musicisti mostruosi che suonano strumenti stranissimi; per me è un onore avere sul palco il maestro Erasmo Petringa che suonerà di tutto».
La sua canzone “Ti chiedo perdono” ha ricevuto l’onorificenza da parte dell’Accademia Pontificia e la canzone “Cos’è la vita” diventa colonna sonora della “Festa mondiale della vita”; questo sottolinea la sua attenzione al sociale e alla solidarietà, ma da cosa nasce questa sua apertura verso temi così importanti?
«Scrivo da anni, quasi 300 canzoni, racconto la vita e a volte mi capita di scrivere di solidarietà; ma in genere essendo un romantico scrivo canzoni d’amore».
Ha scritto tantissime canzoni nella sua carriera, come nasce un suo pezzo?
«A questa domanda, che mi fanno spesso, ho risposto scrivendo “come nasce una canzone”, ti rimando a quel testo!».
La scrittura in tutte le sue declinazioni le piace, la stimola ha scritto anche 4 romanzi, ma che tipo di scrittura è la sua?
«Imbratto il mondo con i pensieri che raccolgo nel mio vivere. Mi piace l’astrattismo, adoro Kandinski e, un po’ come lui, schizzo pensieri sui fogli che nel tempo sono diventati tablet, poi cerco di dare una quadra, un senso al mio scrivere ed inconsapevolmente nascono trame spesso a due direzioni: quelle comuni a tutti (racconto una storia) ma anche allo stesso tempo introspettive».
Crede che i social siano utili o dannosi alla diffusine della musica?
«Sono l’unico strumento oggi a disposizione per farsi notare. Le tv e le radio hanno da tempo abbandonato la musica».
Quali sono le Affinità e quali le differenze con Baglioni?
«Entrambi amiamo la musica anche se con generi musicali diversi; la differenza più forte tra noi è che lui è un accanito tifoso romanista io un super tifoso del Napoli!».