Sono arrivate sulla Terra le prime immagini della grande macchia rossa di Giove riprese dalla sonda Juno dalla distanza di 9.000 chilometri.
Le immagini, catturate dalla Nasa, mostrano un groviglio di nubi che sembrano di velluto rosso e che potranno aiutare a comprendere il meccanismo all’origine di questa gigantesca e violentissima tempesta del Sistema Solare mai osservata prima così dettagliatamente.
Si tratta di una tempesta estesa per una superficie 1,3 volte maggiore rispetto a quella della Terra che, catturate durante il passaggio ravvicinato del 10 luglio scorso, sono state pubblicate sul sito della missione della Nasa. Durante l’avvicinamento a Giove sono entrati in funzione tutti gli otto strumenti a bordo della sonda Juno, compresi i due italiani realizzati con il supporto ed il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana (Asi): la camera a infrarossi Jiram e l’esperimento di radioscienza KaT.
”Ci vorrà un po ‘di tempo per analizzare tutti i dati, ma ci aiuteranno a fare luce su passato, presente e futuro della grande macchia rossa di Giove” ha dichiarato il responsabile della missione Juno, Scott Bolton, del Southwest Research Institute di San Antonio.
Segnaliamo che questa misteriosa e gigantesca tempesta è monitorata dal 1830 e probabilmente esiste da più di 350 anni, tuttavia, nonostante le osservazioni fatte dai telescopi a Terra e dalle sonde Voyager e Galileo, non è ancora ben chiaro che cosa alimenti questo anticiclone, né quale sia la causa del colore rossastro. Non è chiaro neppure perché la macchia negli ultimi deici anni si sia ridotta ed abbia cambiato forma, diventando più circolare.