Innovativi e provocatori, loro sono gli Iron Mais, in distribuzione con The Magnificent Six, un nuovo progetto discografico, che racchiude sei inediti e sei cover sull’onda del rock, del punk e del metal. La celebre band cowpunk, nasce in un contesto di rivisitazione di contaminazioni musicali, che spazia dal folk al bluegrass, fino al country, sorretta da un’ispirazione tipicamente rock. Grazie alla loro partecipazione al talent X-Factor, sono riusciti ad imprimere un concept misconosciuto, regalando una nuova percezione della musica. La declinazione della loro composizione, viene riconosciuta seguendo personaggi e sfumature d’epoca. Testa di Cane alla voce e banjolele, la Contessina al violino e voce, Jack la Treena al banjo e voce, al contrabbasso incontriamo lo Scollo, il Ragazzo Nutria alla chitarra e Burrito alla batteria. The Magnificent Six (etichetta Maninalto) è il titolo del nuovo progetto discografico che prende spunto dal famoso film cult. La band ricrea così tra ironia e narrativa, un contenuto musicale ricco di sfumature. Tra provocazione ed irriverenza, gli Iron Mais intrecciano ai sei inediti, brani di grande successo del calibro di “Another brick in the wall” dei Pink Floyd o “Killing in the name” dei RATM (Rage Against The Machine). Il western incontra il rock in un tripudio di sonorità hard rock in Cu Cù, brano d’entrata del disco. Chiaro e l’ìmpeto rock-metal di The Rhythm of the Night, famoso brano dance portato in auge da Corona negli anni ’90. Nuova scena country-western in Ahi che dolor. Una ironica ballata è Grano Duro, in cui il contenuto esprime una situazione delicata e di grande attualità. Quella di un contadino, che di fronte al sodo lavoro si ritrova a fare i conti con le difficoltà economiche. In una rivisitazione tipicamente folk dai tratti western è Can I play with Madness, successo intramontabile degli Iron Maiden. La satira prende il sopravvento in Drink e Drive. Segue Friendshit, un pezzo dagli incisi bluegrass che racconta la finzione di rapporti che si professano di sana amicizia, ma che invece celano una deludente superficialità. Fluide sono le sonorità che accompagnano la magnificenza di Another brick in the wall, pezzo storico dei Pink Floyd che con gli Iron Mais apprezziamo in una chiave folk, dominata da armoniosi violini che lasciano spazio alla ripresa rock. L’anima groove diventa sempre più accelerata nella ripresa del successo storico dei Metallica con Nothing Else Metters. Rientro alla scia country con Lambo River. Incisione hard in Fight for the Right, colonna portante de i Beastie Boys del 1986. Energico e massiccio è il brano di chiusura Killing in the Name portato dai Rage Agains the Machine.
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