“Tutto Bene” è il titolo del nuovo lavoro discografico di Giulia Pratelli. Pubblicato dall’etichetta Rusty Records, l’album vede la produzione artistica del cantautore Zibba. I testi sono di Giulia Pratelli e Marco Rettani, tranne che in “Vento d’estate” cover tratta dal brano cantato da Max Gazzè e Niccolò Fabi. Le musiche sono di Giulia Pratelli.
La cantautrice Toscana conta già innumerevoli riconoscimenti, a partire dal Premio Castelletto nel 2008, il secondo posto e premio F.I.O.F.A. al Golden Disc 2008, il premio della critica al Disincanto 2008, ancora il premio della critica al Gran Galà Disincanto 2011, il primo posto al Festival Città del Palladio 2010. Giulia Pratelli ha attirato sin dagli esordi, l’attenzione di grandi artisti tra cui Fiorello, Enrico Ruggeri, Marco Masini. Nel 2011 vince il concorso “T-Rumors” presentando due inediti: “Una Margherita viola” e “Davanti a un caffè”. Nel 2013 pubblica due nuovi singoli arrangiati da Marco Adami: “Piccole donne” scritto da Grazia de Michele e “Cartoline”. Nel 2015 partecipa all’evento Serenata per Roma, dove duetta con Zibba. Un incontro che sfocia in una solida collaborazione tra i due artisti. Zibba, infatti, oggi ricopre il ruolo di produttore e direttore artistico del nuovo album.
«“Tutto bene” per me non è solo un disco, è la fotografia di un periodo, di un momento fatto di attese e cambiamenti». È così che Giulia Pratelli descrive il suo album, in distribuzione maggio 2017. Una descrizione delicatamente introspettiva tra l’ultimo sguardo rivolto al passato ed uno nuovo, che chiude la porta al “vecchio”. Un concept che vede protagonisti le batterie e le percussioni di Fabio Rondanini, il pianoforte acustico e le tastiere di Edoardo Petretti, il basso elettrico ed il contrabbasso di Marco Bachi, le chitarre acustiche di Giulia Pratelli e Simone Sproccati, il sax di Stefano Riggi e il bouzouki di Adam Kenny. “Vorrei che mi parlassi a bassa voce, insegnami di nuovo a respirare, come fosse qualcosa che non ho fatto mai” è così che canta Giulia Pratelli con la sua incantevole voce in va “Tutto bene”. Un “mood” soave nei suoni e nelle parole. Un ritmo deciso che lascia il posto alla voce impetuosa è “Dall’altra parte delle cose”, il brano che ha anticipato l’uscita dell’intero album. Una lettura di carattere introspettivo in cui la strofa “Tutto quello che vorrei è un’altra possibilità”, lascia cogliere l’intero contenuto. Apertura dall’incanto vocale è “Nodi”. La descrizione è quella di grovigli emozionali, quelli che annodano corpo e anima. Singolare è l’acustica di “Vento d’estate”, il pezzo lanciato dall’imponenza cantautorale di Max Gazzè, qui in entusiasmante rifacimento. “Ricordati di piangere per ripulire gli occhi….e stare al passo con i sogni”. Un chiaro invito a lasciare andare il passato e ricostruire il presente, incontriamo in “Un inizio migliore”. Sestoa canzone dell’album è “Se”, un pezzo impregnato di incisioni nell’incontro tra le parole e i suoni strumentali. Atmosfere sospese in “Resto ancora un po’”, il cui contenuto entra in fusione con l’ìmpeto esternato dai suoni. “Oggi vorrei finisse così, senza che tu scoprissi tutti i miei difetti, oggi vorrei lasciarti così senza scambiarsi il cuore, per pochi minuti ancora”. Tra presente e passato, tra i ricordi e le nuove aperture, tra il voler lasciare andare e la voglia di ricominciare, tra le vecchie attese e le nuove speranze è “Oggi”. Fresca e ritmata è “Penelope”. Un contenuto che già dall’analogia alla mitologia greca, riecheggia l’inno alla speranza e alle aspettative riposte in promesse avvolte dall’idea del ritorno. “Troppo Lontani” è il brano cantato in duo con Zibba, il produttore dell’intero lavoro discografico. Una ballata che canta l’amore, il dualismo tra passato e presente che diventa vivo e penetrante, proprio nell’incontro tra la delicatezza vocale di Giulia è la profondità di Zibba. L’elettronicità acustica della chitarra accompagna l’entrata di “10 Settembre”, brano che chiude l’album. Una chiave quella di epilogo, che sancisce la spinta alla regolarità e gli strascichi dei ricordi che ancora graffiano il cuore.