Una musica che lancia un messaggio fatto di pace, amore e speranza è quella dei Forjay, band nata nell’estate del 2012. Di recente è uscito il nuovo disco “L’amore è una scelta, disponibile in digital download e sulle principali piattaforme streaming (prodotto da Silvius / distribuito da Believe). L’album è composto da 7 tracce in bilico tra pop, sonorità elettroniche e rap. Questa la tracklist del disco: “Occhi tra le stelle”, “Sarà lo stesso”, “Tu puoi ricominciare”, “Non basta un attimo”, “Contro la corrente”, “Dove non c’è”, “Anime come noi”. Loro sono Simo Whitesoldier (voce e percussioni), Enrico Giacco (voce e piano), Gianluca Spedaletti (chitarre) e Nicola Monti (basso). Il primo singolo estratto dal disco è “Occhi tra le stelle”, che parla di come spesso si perdano di vista le cose che realmente contano nella vita. Il video del brano è stato girato e diretto dal collettivo Maän.
Il vostro nuovo disco “L’Amore è una scelta” contiene 7 tracce che spaziano dal pop all’elettronica al rap. Dai brani riecheggia l’invito a sperare attraverso l‘amore, in un futuro migliore, fatto di pace. La vostra scelta di comunicare valori cristiani vi contraddistingue. Quali gratificazioni vi sta dando?
«Ciao e grazie per il vostro interessamento a noi! La prima cosa che mi salta in mente pensando alla vostra domanda è gratificazione… Innanzitutto direi che la prima cosa della quale siamo grati è di aver avuto il dono della vita, un dono che ogni giorno quando apriamo gli occhi la mattina si rinnova e che non è affatto scontato! Nella nostra musica, come hai detto, cerchiamo sempre di ricordare in primis a noi e poi a chi ci ascolta che cosa può rendere la vita qualcosa di irripetibile. La pace, la speranza, un futuro migliore, non sono visioni utopiche ma il frutto delle nostre scelte, le scelte di ogni giorno. Il mondo è fatto di tante piccole realtà, di tante piccole giornate ordinarie, le giornate che ognuno di noi vive nel suo piccolo e la pace prima di diventare una pace mondiale deve necessariamente essere una pace locale, individuale, che riguarda insomma ognuno di noi nel nostro piccolo, nelle nostre case, tra i nostri amici o al lavoro. In quest’ottica la speranza e l’amore non sono qualità congenite che o hai o non hai ma delle scelte consapevoli, che possono costare anche sacrificio ma che rappresentano lo strumento per costruire una pace sempre più grande a partire dal nostro piccolo. Scegliere ogni giorno, come dice il titolo del nostro disco, l’Amore significa decidere di combattere ogni giorno per costruire la pace. La lotta da fare non è fuori di noi ma dentro di noi, con la nostra tendenza all’egoismo, in questa scelta consapevole e attiva riteniamo essere il seme della pace. Vedere persone che ai nostri concerti arrivano sotto il palco abbracciandoci e ringraziandoci per questo sentire che trasmettiamo con la nostra musica è la cosa che più in assoluto ci gratifica perché ci conferma di essere sulla strada giusta».
Siete nati nel 2012 con il nome di For Jesus in seguito ad una rinascita interiore di uno dei musicisti della band, iniziando a scrivere musica, trasmettendo valori cristiani. Questo discernimento cosa vi ha trasmesso?
«Il nostro è stato un cammino vero e proprio che ci ha portato in un primo momento a fare remake di artisti americani pop/rock gospel fino poi ad arrivare a quest’ultimo disco in cui abbiamo deciso di iniziare a dire la nostra nel panorama musicale italiano, mettendoci il nostro stile, il nostro sound, il nostro racconto, che abbiamo voluto siglare in questo “codice identificativo” 4J, Forjay, che è poi diventato il nostro nuovo volto pop, se così possiamo dire. Quello che abbiamo sentito dentro è stata l’urgenza di condividere con più persone possibile la nostra scoperta, la nostra nuova vita, la nostra nuova coordinata fatta di una scelta che da semplici artisti ci ha portato ad essere parte di un cambiamento che, sperimentato nella nostra vita, abbiamo voluto iniziare a seminare anche intorno a noi».
Nel 2016 avete mutato il nome da For Jesus in Forjay. Chi è Jay? E cosa vi ha spinto a cambiare?
«Abbiamo voluto tracciare una linea di “nuovo inizio” dal momento in cui abbiamo iniziato a raccontare la nostra storia, la nostra esperienza, questa volta con il nostro sound e il nostro stile. Abbiamo preferito identificarci in un codice piuttosto che in un nome, lasciando così alla libertà delle persone la possibilità di fare le loro considerazioni solo a partire dall’ascolto della nostra musica. Crediamo fermamente che l’Amore assoluto, quello che noi chiamiamo con la A maiuscola, non possa essere incasellato dentro schemi o preconcetti. Noi nella nostra musica abbiamo scelto di raccontare di questo Amore in grado di salvare noi e l’umanità in cui viviamo. Quindi ovviamente la parola Jay altro non è che la pronuncia della lettera J, che ovviamente sta per Jesus, una dedica di dovere e di assoluto piacere al nostro maestro in materia d’amore e a chi per primo ha mostrato a noi e all’umanità intera che cosa è l’Amore e che cosa significa amare e amarsi».
“Occhi tra le stelle” apre l’album “L’Amore è una scelta”. Il testo richiama ognuno di noi a guardarsi negli occhi un po’ più spesso. Purtroppo nella nostra società sembra quasi impossibile. Com’è nato il brano?
«Lo spot di un noto marchio diceva “impossible is nothing” e io vorrei rispondere a questa domanda così. Credo che il risultato del cambiamento non vada mai misurato in termini quantitativi ma esclusivamente qualitativi. Se in un campo completamente arido ogni giorno getto un solo seme e metto una goccia d’acqua di lì a un po’ di tempo quella terra non sarà più arida.
Credo che l’importante sia non smettere mai di fare e credere in quei piccoli gesti nella vita di tutti i giorni in grado di “seminare l’amore”. È vero, sembra dura e impossibile, ma attenzione, sembra soltanto che sia così. L’informazione manipolata dai mass media ci propina tutti i giorni e a tutte le ore tragedie su tragedie, facendoci credere che siano solo quelle le notizie presenti. Ogni volta che invece abbiamo il coraggio di guardarci negli occhi, come dice “Occhi tra le stelle”, per vedere l’immenso che è dentro ognuno di noi, vincendo l’indifferenza e la corsa spasmodica, lì stiamo seminando l’Amore in quel campo arido che seme dopo seme può cambiare l’aridità in vita».
“Sarà lo stesso” e “Tu puoi ricominciare” invogliano a lottare di fronte alle difficoltà, afferrandosi all’unica ancora di salvezza che è l’amore. Quali emozioni hanno suscitato nei vostri fan questi due pezzi?
«Questi due brani sono sicuramente il manifesto non solo dei nostri fan ma di una generazione stanca di essere etichettata come morta o fannullona che inizia a gridare il perché del proprio malessere.
Si fa presto a dire che i giovani di oggi non sono più quelli di una volta…si fa un po’ più fatica ad ammettere invece gli errori che la generazione prima di noi ha commesso verso di noi e di cui oggi ne paghiamo il prezzo. Comunque sia se da una parte “Sarà lo stesso” con rabbia e grinta grida di un disagio che diventa motore di una reazione verso un cambiamento possibile, “Tu puoi ricominciare” aggrega tutti nella speranza che dopo ogni salita c’è sempre una discesa, ricordandoci che dopo ogni “momento buio” della nostra vita se lasciamo brillare quella scintilla che è in noi si può sempre ricominciare!».
“Anime come noi” che chiude l’album, canta il desiderio di non restare indifferente al dolore del prossimo. A quali sofferenze in questi anni avete assistito?
«Questo brano prende vita, come tutti gli altri del resto, da un’esperienza vissuta.
Sicuramente è capitato a tutti di trovarsi in strada ad aspettare per esempio l’autobus o la metro o il treno e trovarsi vicino o davanti a qualche persona oggettivamente e palesemente infelice, triste o bisognosa di aiuto. In quei momenti spesso inizia un combattimento dentro di noi tra il continuare a restare indifferenti e il voler fare qualcosa per quella persona. Così accade che quando questa persona non ci sta guardando finiamo per guardarla poi però, come dice un verso della canzone, “ma quando alza la testa ogni sguardo va al suo posto”, cioè a dire che poi quando questa persona ci cerca, ci guarda, noi torniamo a far finta di niente e ad essere indifferenti. Ecco, in quei momenti forse basterebbe anche solo avere il coraggio di tendere una mano o fare un piccolo gesto, o non evitare quello sguardo per permettere a quell’Amore di lasciare qualcosa che può realmente aiutare quella persona, quell’anima come noi a non sentirsi sola e abbandonata».
Dal bisogno di portare ovunque il vostro messaggio di speranza è nato lo STREETmusicTour che vi ha visto esibire in “arte di strada” in diverse città italiane. Quali sono stati i momenti più coinvolgenti del tour?
«È stata un’esperienza bellissima nella sua totalità. Riuscire anche solo per un attimo a svegliare dalla routine il cuore delle persone in strada è stata sicuramente tra le ricompense più belle. Vedere una persona in lontananza chiusa in se stessa e nel suo grigiore alzare la testa e avvicinarsi a noi per ascoltarci e poi vedere nascere un sorriso o una stretta di mano fa parte di quei regali impagabili che questa dura ma bellissima esperienza ci ha regalato. In Italia suonare in strada è una cosa burocraticamente molto difficile e complicata, speriamo di poter presto tornare a farlo, magari con meno difficoltà da questo punto di vista!».
Cosa prevede il prossimo StreetmusicTour?
«Sicuramente estenderlo in più città possibili ma con una regolamentazione burocratica, speriamo vivamente, più snella! Ora comunque ci stiamo dedicando al tour in fase di sviluppo in giro per l’Italia per promuovere il nostro nuovo disco “L’amore è una scelta” e per ora le strade, salvo cambiamenti in corso d’opera, non sono previste visto che stiamo girando per teatri, piazze e club. Grazie a tutti e comunque vi rimandiamo alla nostra pagina Facebook per essere sempre aggiornati sulle nostre date e attività!».