Si avvia a conclusione, con un gran successo di pubblico, l’ottava edizione di AstraDoc – Viaggio nel Cinema del Reale rassegna sul Cinema Documentario organizzata da Arci Movie, Parallelo 41, Università Federico II e Coinor presso lo storico Cinema Astra nel pieno centro storico di Napoli.
Questa settimana, Venerdì 12 maggio alle 20.30, arriva il film La natura delle cose di Laura Viezzoli che sarà presentato, in anteprima a Napoli, da uno dei produttori, Lorenzo Cioffi di Ladoc, prima dell’ultimo appuntamento in programma Venerdì 19 Maggio con The Rolling Stones Olé Olé Olé di Paul Drugdale, a cui seguirà, nella stessa serata, una festa finale di AstraDoc presso il Riot Studio a Palazzo Marigliano.
“La natura delle cose” è un’immersione emotiva e filosofica in quel prezioso periodo di vita che è il fine vita, attraverso un anno di incontri e dialoghi tra l’autrice e il protagonista, malato terminale di Sla. Un road-movie sull’amore, il dolore e il bisogno di libertà.
Il film è stato presentato lo scorso anno al 69° Festival Internazionale del Film di Locarno per poi girare in tanti festival ed eventi internazionali, raccogliendo consensi e premi, tra cui il Premio “Corso Salani” al recente Trieste Film Festival e due premi al Visioni Fuoriraccordo di Roma.
“Ho incontrato Angelo Santagostino – dice la regista Viezzoli – per la prima volta nel Luglio 2013 quando era già gravemente malato di Sla. Un corpo completamente immobile, se non per gli occhi, così intelligenti, vivaci e desiderosi di comunicare. Lettera dopo lettera, il suo pensiero prendeva corpo grazie a un puntatore oculare in grado di interpretare il movimento dei suoi occhi sulla tastiera del pc. Una vita estrema aggrappata a 21 micro possibilità, le 21 lettere dell’alfabeto”.
La Sla si tocca e si vede in tutta la sua crudeltà in pochi ma scultorei momenti di vita quotidiana, per dimenticarla di volta in volta nel dialogo che diventa un altrove, la dimensione dell’incontro e dell’esplorazione. Nel confronto dialettico Angelo non è un malato di cui avere pietà ma un’astronauta in missione che esplora i limiti dell’umano, interrogandosi ed interrogando lo spettatore con la passione di chi ama la vita ma sa di doverla lasciare a breve.
L’immobilità del corpo è solo un punto di partenza per esplorare la vivace mobilità della mente, ed è su questo ipnotico contrasto che si muove visivamente l’intero film. Un viaggio tra le luci e le ombre dell’animo umano per prendere coscienza dei propri limiti e ribadire il valore sacro dell’ascolto e del libero arbitrio.