Il regista Florian Weigensamer, sarà il protagonista della rassegna AstraDoc -Viaggio nel cinema del reale – organizzata da Arci Movie, Parallelo 41, Università Federico II e Coinor- venerdì 21 aprile alle 20.30. Il regista presenterà, in anteprima a Napoli, “A German life” (114’ Australia 2016). “A German life”: l’ultracentenaria Brunhilde Pomsel, segretaria, stenografa e dattilografa di Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda nazista nonché uno dei più stretti collaboratori di Adolf Hitler, si racconta per la prima volta ricalcando il ricordo di un’epoca brutale pervasa dall’ipocrisia di un ceto medio sedotto dal Terzo Reich, dalle sue vaghe promesse e da quel tragico silenzio/assenso che pervase il suo mondo. Brunhilde Pomsel è morta a 106 anni lo scorso 27 gennaio, proprio nella Giornata della Memoria.
AstraDoc, forte del successo ottenuto con circa 5000 presenze proseguirà fino al 19 maggio con i prossimi appuntamenti che saranno annunciati a breve a partire da venerdì 28 aprile con l’anteprima napoletana di “Assalto al cielo” con la presenza del regista Francesco Munzi.
LA STORIA DI BRUNHILDE POMSEL
Anche se Brunhilde Pomsel si descrive come una figura di secondo piano e disinteressata alla politica, è tuttavia stata accanto ad uno dei peggiori criminali della storia. Il film forza gli spettatori a chiedersi cosa avrebbero fatto al suo posto e se avrebbero sacrificato ogni principio morale per un avanzamento di carriera. La straordinaria biografia della Sig.ra Pomsel è un viaggio nel passato che conduce a domande senza tempo e scomode: siamo cambiati o siamo ancora incerti circa la nostra morale e umanità? E, più importante: dove ci collochiamo rispetto a questi temi?
É la prima volta che Brunhilde parla della sua esperienza con Goebbels. Le sue memorie di gioventù sono connesse con il capitolo più terribile della storia dell’uomo. Durante i ruggenti anni venti, la Pomsel lavorava come segretaria di un avvocato ebreo che emigrò nel 1933. Un amico che era nel partito nazista le trovò poi un lavoro a Berlin radio. Per assumere la carica, “l’apolitica” Pomsel dovette naturalmente unirsi al partito Nazionalsocialista tedesco dei lavoratori. La Pomsel descrive lo charme di Goebbels, una qualità che era l’esatto opposto dei suoi crimini e dei suoi sbavanti discorsi. Per lui Hitler era il messia, e la sua esplosione di rabbia – come il suo frustrato narcisismo – erano da temere come Ministro della Propaganda. “Era attento ad ogni dettaglio del suo aspetto”.
Negli ultimi giorni della guerra la Pomsel fuggì nel bunker accanto a Goebbles e testimoniò le sue ultime ore. I sovietici fecero prigioniera anche lei e, dopo 5 anni di prigione, alcuni amici la aiutarono a tornare nel mondo del lavoro. Fu assunta come segretaria dei capi della German Radio.