Fabio Massa, attore, sceneggiatore e regista di corti premiati in tutto il mondo, in questo periodo è impegnato nella distribuzione di Aeffetto Domino. «Un film a cui sono molto legato – spiega Massa – mi ha fatto crescere tanto come persona e come professionista: è il mio secondo lungometraggio da regista e dodicesimo da attore, girato in Italia (Campania e Puglia) e in Africa (Egitto e Senegal)».
Aeffetto Domino è la seconda opera di Fabio, qui nelle vesti anche di protagonista e sceneggiatore della pellicola. Nel cast, un coro di attori straordinari, composto da Cristina Donadio, Pietro De Silva, Mohamed Zouaoui, Ivan Bacchi e Martina Liberti. Il film è stato presentato in anteprima al festival del Cinema Internazionale Capri-Hollywood a dicembre 2016. “Aeffetto Domino” sarà al Cinema La Perla di Napoli, Giovedì 6, venerdì 7 e Mercoledì 12, per poi proseguire verso Roma, Torino e Milano.
È in distribuzione nelle sale italiane “Aeffetto Domino”, film di cui sei autore, regista e protagonista.
«Aeffetto Domino è un viaggio dentro e fuori il protagonista. È la storia di Lorenzo, un trentenne che lavora in un’associazione che si occupa di insegnare ai bambini disagiati. Tra questi c’è Kalid, un bambino africano che racconta a Lorenzo un po’ della sua storia e della sua cultura. Nel momento in cui si presenta l’opportunità di andare a lavorare proprio in Africa, Lorenzo non si lascia sfuggire l’occasione. Questo viaggio sarà una grande avventura per Lorenzo, una bella esperienza che sarà costretto a lasciare, dopo una telefonata che riceve dall’Italia, in cui gli viene annunciato un grave problema di salute: un melanoma in fase avanzata. Da qui si innesca un effetto domino sulla sua vita, sul rapporto con i suoi sogni, le sue aspirazioni, con l’amicizia, le scelte, l’amore per un altro uomo, infatti nel film si parla di un amore omosessuale. Non è un film sulla malattia, ma sulla vita, sui sentimenti, sull’amore che è alla base di tutto e che è un elemento fondamentale nella mia storia».
Com’è nata l’dea di scrivere questa storia?
«L’idea in realtà nasce dall’incontro che ho avuto con un bambino in Africa, che si chiama Kalid. Un bambino sordomuto, ma particolarmente interessante poiché ha una forza di vita davvero incredibile, nonostante le sue difficoltà nel relazionarsi al modo esterno. Mi ha colpito principalmente per la sua essenza. La sue forza l’ho trasferita al mio protagonista. In secondo luogo avevo intenzione di affrontare il tema sulla malattia, ma in maniera diversa. Volevo far capire che in una situazione “di morte”, che c’è una nuova dimensione nei confronti della vita, nel voler reagire a tutti i costi, capendo che non c’è niente di più bello che il poter vivere ancora tutto quello che sono i sogni, i rapporti con gli altri. Mi andava di fare questo film con una chiave di lettura diversa. Mi sono messo alla prova sia fisicamente, perdendo 12 chili per girare la seconda fase del film, sia come studio del personaggio, avendo avuto a che fare da vicino con malati di melanoma, cercando di coglierne ogni singolo respiro, ogni movenza, ogni difficoltà».
La tua carriera inizia nel 2002 con “Rosa Funzeca”, film di Aurelio Grimaldi. Come ti sei avvicinato a questo mondo e perché?
«È stata una bellissima esperienza perché sono stati i miei primi 30 secondi parlati. Inizialmente non credevo in questo lavoro. Non era quello che vedevo nelle mie corde future. Ma quando ho visto la macchina da presa, una grande struttura organizzativa, diretta da un grande maestro, mi sono dovuto ricredere. Mi sono innamorato della situazione, del cinema. Ho capito all’istante che fosse il mio futuro. Da quel momento ho cominciato realmente a studiare. È arrivata la parentesi di Un Posto al Sole, La Squadra. Un altro film al cinema che è stato molto importante per me, in cui ero il co-protagonista è “Io non ci casco”, di Pasquale Falcone, con Mariagrazia Cucinotta, Ornella Muti, Maurizio Casagrande. Poi da lì ci sono state altre esperienze che mi hanno portato anche in America come regista di videoclip. Quando sono tornato ho deciso di fondare una mia casa di produzione con la quale ho prodotto diversi cortometraggi, tutti presentati in diverse rassegne e festival internazionale e premiati in tutto il mondo».
Non solo recitazione, ma anche regia e sceneggiatura…
«Sono diversi i lavori in cui mi sono cimentato non solo come attore, ma anche come regista e sceneggiatore. “Linea di Konfine”, oltre come autore e attore, porta anche la mia firma come regista. Il cortometraggio “L’amore (quello vero)” tratto dal mio primo romanzo “Scivolare via come il vento…”. Un cortometraggio vincitore di numerosi premi nazionali. Altro progetto importante al cinema è “Vacanze…Ieri Oggi & Domani” scritto e diretto a quattro mani con Lucio Ciotola, con un cast di attori composto da Lucianna De Falco, Ernesto Lama, Salvatore Misticone, Patrizio Rispo. Nello stesso periodo dirigo il corto “Con il bene di sempre” che vede protagonista Lello Radice e la partecipazione di Nuzia Schiano, con le musiche di Sal Da Vinci, con cui inizia una collaborazione».
Ogni regista ha un suo stile, un suo modo di vivere il cinema. Qual è il tuo?
«Il mio modo di fare cinema è quello di raccontare storie che possano dar voce ai propri sentimenti. Lo spettatore deve uscire dalla sala e pensare, anche se minimamente, a ciò che ha appena visto».
Stai scrivendo un nuovo romanzo che potrebbe essere il copione di un tuo prossimo film?
«Nel 2015 ho scritto “Tutto in una notte”, che sta andando molto forte e da cui ho tratto un booktrailer che ha fatto da apripista al libro. Attualmente però non è previsto che “Tutto in una notte” possa diventare un film, anche se la trama lo permetterebbe».
Altri progetti a cui stai lavorando?
«L’11 maggio uscirà nelle sale “…e se mi comprassi una sedia?” di Pasquale Falcone. Una commedia in cui sono sia in veste di attore che di co-produttore, con gli attori Gianni Ferreri, Tano Mongelli, Rosaria De Cicco, Sergio Solli, Benedetto Casillo, Salvatore Cantalupo».