Pippo Delbono e Enzo Avitabile, due grandi maestri, “incantatori” di musica e parole, hanno animato la serata organizzata da Arci Movie Napoli in collaborazione con “Venezia a Napoli – Il cinema esteso” in occasione della presentazione, in anteprima nazionale, del film “Vangelo” di Pippo Delbono. Le parole del regista, il suo mondo visionario e geniale ha attirato al cinema Astra una gran folla incantata, colpita e stordita dal registro reale e duro del l’artista ligure. Il suo film è un cazzotto nello stomaco, è la realtà oltre ogni limite, è quel mondo respingente che siamo noi. Girato nel centro di accoglienza di Asti vede impegnati i rifugiati, gli ʹultimiʹ quelli che piacevano a Cristo, quelli tanto amati da Caravaggio, quelli a cui nessuno rivolge lo sguardo se non per finto pietismo. «Crediamo fortemente – ha detto Antonella Di Nocera, direttrice artistica di “Venezia a Napoli. Il cinema esteso – nel cinema di Pippo che abbiamo già portato a Napoli nel 2013. “Vangelo” ancora non è uscito nelle sale italiane ed è per noi un’occasione importante di diffusione di quel cinema di qualità che da nove anni stiamo diffondendo in città».
Il giornalista Maurizio di Rienzo ha dialogato con Delbono e a nome del SNGCI gli ha consegnato il premio speciale per la regia, riconoscimento ottenuto nell’ambito dei recenti Premi Nastri d’Argento per il documentario italiano.
Il disegno registico, il suo modo di girare indicano quanto Delbono sia rispettoso della storia di questi uomini e sia anche capace di «non girare quelle cose che non devono essere viste. Ci sono momenti in cui bisogna fermarsi e non riprendere, io l’ho fatto».
Non è un film che lascia indifferenti perché oltre a raccontare la storia di immigrati con tutto il loro bagaglio di paura, di naturale diffidenza, di tristezza, racconta del regista, della sua malattia agli occhi, della morte di sua madre, del suo volere sempre fuggire da regole e convezioni che rendono il prodotto artistico un qualcosa di falso, di artefatto, di non spontaneo e quindi non reale.
«Non si può decidere a tavolino una regia – continua Delbono – bisogna sporcarsi profondamente con i propri protagonisti per creare un qualcosa di valido. Io queste persone le ho conosciute, certo non sono riuscito ad ottenere la loro fiducia, se non per pochi attimi, ma almeno mi sono immerso nel loro mondo, preferendo restare a dormire in uno stanzone con sette persone, piuttosto che andare a dormire in un comodo albergo a cinque stelle».
Il valore aggiunto del film sono le musiche di Enzo Avitabile che dialogano e si integrano in maniera perfetta con il racconto, con le parole: «lavorare con Pippo – ha dichiarato Avitabile – è un piacere perché è un grande maestro capace di trasformare la musica esatta in qualcosa di inesatto, e per me è un’occasione per cimentarmi in qualcosa di nuovo».
AstraDoc -Viaggio nel cinema del reale – organizzata da Arci Movie, Parallelo 41, Università Federico II e Coinor, continua ad essere un appuntamento dove il cinema, quello considerato di nicchia, diventa protagonista mostrando il suo valore e la sua qualità.