Sabato 25 aprile 2015, Cabaret Port’Alba, Napoli. Assistere a un concerto di Gennaro Porcelli & The Highway 61 vuol dire salire al volo su un’auto in corsa. Tre amici, tre anime in simbiosi come quelle del chitarrista Porcelli, il bassista Diego Imparato e il batterista Carmine Landolfi si fermano sul ciglio della strada per accogliere nel loro mondo chiunque abbia ancora voglia di viaggiare.
I virtuosismi del chitarrista di Edoardo Bennato fanno dimenticare la destinazione finale, la meta a cui arrivare: tutto è un continuo durante. Al CPA erano tutti “ora, lì”, senza tempo se non quello musicale, senza spazio a parte quello in cui incamerare le note musicali.
Colpisce l’umiltà di Porcelli, traspare la sua emozione dovuta al suonare finalmente a casa. Non capita spesso di potersi gustare un suo live in zona, in realtà non capita spesso di poter assistere a una vera e propria lezione di Blues tra le stradine del centro storico napoletano.
C’erano molti eventi la sera della “Liberazione” scegliere la location del Cabaret Port’Alba e la sua musica è stata però una decisione facile, un desiderio esaudito.
Ciliegina sulla torta della serata è stata la presenza di un amico di Gennaro Porcelli sul palco insieme a lui: il violinista Alfredo Edo Notarloberti.
I virtuosismi si rincorrono e la voce graffiante della chitarra si ritrova a dialogare con quella suadente del violino. I vecchi brani riproposti dal trio, così come gli inediti di Porcelli sembrano canzoni scritte per questo preciso viaggio racchiuso in questa serata.
Tanti i bis, il pubblico non lascia andare via facilmente Porcelli: questo accade quando si è affamati di bellezza e soprattutto, quando a suonare dall’altra parte del palco c’è chi soffre e gode della stessa fame.
Porcelli suona per il pubblico, ma soprattutto insieme col pubblico.
Un live unico nel suo genere, di un’unicità però che sarebbe bene replicare presto.
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