Moonlight è unbellissimo film di formazione del 2016 scritto e diretto da Barry Jenkins e basato sull’opera teatrale In Moonlight Black Boys Look Blue di Tarrell Alvin McCraney. Il film ha in sé anche vari elementi autobiografici: Jenkins e McCraney, pur non essendosi mai incontrati se non per la realizzazione del film, hanno studiato e vissuto a Liberty City, un quartiere malfamato di Miami, ed entrambi hanno avuto madri con problemi di tossicodipendenza. La sceneggiatura è ricca e mantiene, in alcuni momenti, tratti spiccatamente teatrali e il film anche grazie al fatto che tra i produttori annovera nientemeno che Brad Pitt, sta ricevendo un’ottima distribuzione…per fortuna.
La pellicola vola alto, è stata presentata in anteprima nel corso del 2016 al Telluride Film Festival ottenendo il plauso della critica e ottimi riconoscimenti, è andata al Toronto International Film Festival, al New York Film Festival e ha aperto l’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma a ottobre (sempre del 2016). Nel 2017, invece, vince il Premio Golden Globe come Miglior Film Drammatico e agli Oscar ha numerose candidature tra cui Miglior Regista e Migliore Sceneggiatura non originale.
Jenkins si accerchia di attori bravissimi e tutti completamente in parte. Bravo Mahershala Ali, lo spacciatore buono e padre putativo del piccolo protagonista Chiron, stupenda Naomie Harris che interpreta la madre tossica Paula e un pezzo del mio cuore va ad Ashton Sanders che ha il ruolo di Chiron adolescente.
La vita di Chiron viene seguita in tre capitoli (infanzia, adolescenza ed età adulta) e in tre nomi (Little, Chiron e Black) ma, si sa, i nomi non sono altro che cambiamenti di una stessa pelle per cui vediamo continui mutamenti che, però, passano da stereotipo in stereotipo fino a giungere all’essenza della vera anima che è lì, nascosta in chili di muscoli neri che più neri non si può. La vita e la ricerca della propria realtà individuale, ha completamente trasportato Chiron in quello che la strada dove ha vissuto aveva in serbo per lui. Ha ceduto alla violenza perché tanta ne ha ricevuta, si è mutilato emotivamente, si è congelato fingendosi qualcun’altro e mettendo il proprio essere dietro tutto e tutti. La stessa sorte è toccata al suo amico d’infanzia Kevin che non ha mai saputo rispondere in prima linea se non accontentando sempre prima una facciata e poi l’altra. Ma i conti arrivano per chiunque, l’esplosione che tutto distrugge arriva prima o poi e, in genere, spesso, ha la forza di un bacio o le sembianze di un tenero e manieristico abbraccio.