Si è tenuta ieri, 17 febbraio 2017, la prima delle tre serate di “Solo” di Arturo Brachetti al Teatro Palapartenope di Napoli.
In scena il changer più veloce del mondo con i suoi 80 vestiti e la sua casa dell’infanzia. In scena un mondo di ricordi mescolato magistralmente con quello della fantasia. Cos’è in effetti la vita se non un vecchio cappello bucato da riempire di storie e personaggi?
E Brachetti di personaggi se ne intende: nel giro di qualche nanosecondo eccolo in scena con mille abiti diversi e altrettante anime. Arturo si regala (e ci regala) per i suoi 45 anni di carriera (60 all’anagrafe) il suo spettacolo più intimo. È difficile cercare di spiegare cosa accade in un SOLO battito di ciglia.
E nonostante le sue performance sembrano occupare tutta l’attenzione del pubblico, Brachetti invita continuamente il pubblico a liberare la fantasia. Ed ecco che nessuno si accontenta più SOLO di ciò che c’è, ma anche di tutto quello che improvvisamente risulta facile immaginare.
Questo ritorno al “one man show” è segnato da Brachetti che dona a ogni singolo spettatore le sue chiavi di casa. Ed eccoci entrare nelle sue stanze che sono poi in definitiva uguali alle nostre: esiste un arredo universale per i luoghi del cuore.
Il principe del trasformismo gioca con il pubblico attraverso costumi, luci, effetti speciali e voci che scandiscono lo scorrere del tempo e confondono cosa realtà e fantasia.
Dopo la prima mezz’ora di spettacolo ci si inizia a credere se tutto ciò a cui si sta assistendo sia umanamente possibile. Viaggio tra i ricordi di una vita ma anche viaggio tra i ricordi di 45 anni di professione che lo vedono eccellere anche in discipline il Sand Painting (tante sorprese per queste date napoletane) e le ombre cinesi.
Gli sguardi carichi di meraviglia da parte dei tantissimi bambini presenti alla prima dicono tutto ciò che è impossibile esprimere ad abiti e parole.
L’immaginazione la fa da padrona e torna in mente quella famosa frase di Walt Disney: “Se puoi immaginarlo, puoi farlo”. E infatti Arturo fa tutto quello immaginiamo lui possa fare, anche se non riusciamo a capire come faccia a farlo.
Uno spettacolo imperdibile.