Il Teatro Sala Umberto, sempre attento al gusto del suo pubblico, ospiterà fino al 19 febbraio, lo spettacolo “I suoceri albanesi” con Francesco Pannofino, Andrea Lolli, Silvia Brogi, Maurizio Pepe, Filippo Laganà e Elisabetta Clementi per la regia di Claudio Boccaccini.
Una famiglia borghese: un padre, una madre e una figlia. Lui, Lucio, 55enne, consigliere comunale progressista, lei, Ginevra, 50enne, Chef in carriera, con un passato fatto di lotte politiche e rivolte generazionali, conducono un’esistenza improntata al politically correct, cercando quotidianamente di trasmettere alla figlia Camilla, 16enne, questo loro stile di vita, pregno di valori importanti, di parole mai banali: l’importanza della politica, della solidarietà, della fratellanza. Ogni occasione è buona per ribadire simili concetti: a tavola, ascoltando un telegiornale, commentando episodi di vita. Anche l’amica del cuore di Ginevra, Benedetta, erborista alternativa, in analisi perenne e ossessiva ricerca di un compagno, è la frequentatrice abituale della casa e non perde occasione per manifestare le sue fragilità. Ma come in tutte le famiglie anche le incombenze pratiche occupano uno spazio importante nella vita di Lucio e Ginevra e la rottura di una tubazione del bagno di servizio, che rischia di allagare l’appartamento sottostante, occupato da un eccentrico Tenente Colonnello, obbliga i coniugi a chiamare una ditta per il restauro completo del servizio igienico. La ditta è formata da due ragazzi: Igli, 35 anni e Lushan di 18. Sono albanesi, con una storia alle spalle di quelle che si leggono tutti i giorni sui quotidiani. Viaggi su barconi fatiscenti, periodi di clandestinità, infine l’agognato permesso di soggiorno e adesso una Ditta, con tanto di partita Iva e lavoro in quantità. Un esempio da seguire per Camilla e i giovani come lei, abituati al contrario a situazioni agiate e iperprotettive. E’ questo che Lucio e Ginevra pensano, guardando a quella luce che illumina gli sguardi dei 2 ragazzi. Una luce piena di vitalità, voglia di fare, come solo chi ha davvero conosciuto la fame può ancora avere. Ma un giorno Lucio dimentica un importante documento, torna a casa ad un orario imprevisto e le certezze sue e di Ginevra crollano come un castello di carte.
Uno spettacolo che fa ridere, cosa non scontata, quando poi unisci oltre a delle belle risate un messaggio importante, allora riesci ad arrivare al cuore delle persone. Una storia apparentemente semplice, fatta di borghesi, “ex comunisti” che si ritrovano a vivere una vita comune, da ricchi, in cui due genitori non sanno più cosa fare per stare al passo con una figlia irrequieta, antipatica e scostumata ma che in realtà, ha semplicemente bisogno di amore. Quando entreranno i due albanesi in questa casa, sconvolgeranno in meglio il mondo monotono della famigliola borghese, e quando addirittura accadrà ciò che accadrà nulla sarà più come prima. Bravi gli attori, ottima regia di Claudio Boccaccini, uno straordinario Francesco Pannofino. Uno spettacolo sicuramente da vedere!