Gianfranco Pannone sarà il protagonista della rassegna AstraDoc -Viaggio nel cinema del reale – organizzata da Arci Movie, Parallelo 41, Università Federico II e Coinor- venerdì 10 febbraio alle 20.30. Pannone presenterà “Lascia stare i santi” (75’) il docufilm che ha diretto nel 2016 con le musiche scelte e composte da Ambrogio Sparagna e con le voci di Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco, che leggono Pasolini, Silone, Gramsci, Scotellaro, Lomax, Dolci, De Seta.
Un viaggio in Italia lungo un secolo nella devozione religiosa popolare, grazie al prezioso repertorio dell’Archivio Luce. Santi antichi e più recenti, madonne bianche e nere, processioni devozionali, sono espressioni di un bisogno di sacro in apparenza molto lontano da noi, ma che così lontano non è. Ancora oggi, specie nel Sud Italia, ma con “isole” anche al Nord, la fede popolare è un fatto concreto, che trova la massima espressione nel canto, nella musica. E i suoni proposti in questo film da Ambrogio Sparagna ne sono una chiara testimonianza. Il prezioso repertorio dell’Archivio Luce, composto di documentari e cinegiornali d’epoca, asseconda questo viaggio nel mondo della religione popolare, che Gianfranco Pannone, con sguardo laico, rimescola in un percorso emozionale tra passato e presente. Le immagini religiose di oggi assumono un posto di rilievo in quest’epoca che non sembra più anelare al sacro, ma di cui nel profondo tanta gente sente ancora il bisogno, in Veneto come in Sicilia, nel Lazio come in Puglia. E le voci di alcuni intellettuali sono lì a ricordarcelo: da Silone a Pasolini, da Rocco Scotellaro a Mario Soldati, fino a Gramsci.
“Ogni anno a Catania – dice Pannone – devoti di ogni ceto ed età festeggiano Sant’Agata. É una folla vivace e agitata, che avanza trasportando l’immagine della santa per le vie della città come se andasse in guerra. Ecco, la religione popolare da noi nel profondo ci rivela il Paese: invasioni, soprusi, rivolgimenti, morte, hanno accompagnato duemila anni di storia e la devozione per i santi spesso ha rappresentato un conforto, specie per i più umili. Un sentimento popolare che per secoli non ha filtrato il dolore, la violenza, come ancora oggi è evidente vicino Napoli, tra i fedeli che, al limite del fanatismo, si contorcono e urlano davanti alla Madonna dell’Arco, chiedendo la grazia. Oggi le cose sono cambiate, le guerre sembrano lontane e la devozione religiosa si è fatta più composta, oltre che minoritaria. Rimangono vivi per fortuna i canti e le musiche devozionali. E si fa avanti un rinnovato bisogno di sacro. La violenza è altra.
Per l’occasione tutti gli studenti universitari potranno entrare al prezzo simbolico di 1 euro.
AstraDoc prosegue il 17 febbraio con La lunga strada gialla di Christian Carmosino e In(Felix) di Maria Di Razza. Successivamente altri ospiti importanti come Pippo Delbono con il suo “Vangelo”(31 marzo) presentato a Venezia pochi mesi fa, insieme ad autori emergenti come Gianluca Loffredo e Nazareno Manuel Nicoletti (24 Marzo con “My Nature” e “Moj Brate – Mio Fratello”). A questi si aggiungono diversi film internazionali, quello sull’artista Marina Abramovic (il 24 febbraio insieme ad un momento musicale a cura di Ciro Riccardi che presenterà il suo disco “Racconti di vinile”), sulla segretaria di Goebbels (“A German Life” il 7 aprile), la recente riflessione sull’Europa di “Democracy” di David Bernet (in collaborazione con il Goethe Institut Neapel”, e l’ultima opera del grande maestro argentino Patricio Guzmán, “La memoria dell’acqua” il 17 marzo. Infine, due titoli interessanti della rassegna nazionale “L’Italia che non si vede” a cura di UCCA (Unione dei circoli cinematografici dell’Arci), “Il fiume ha sempre ragione” di Silvio Soldini e “Porno e libertà” di Carmine Amoroso”.