In circolo con Fall From Grace, Mattia Caroli & I Fiori del Male divulgano con questo nuovo lavoro discografico l’impronta distintiva del loro sound. Suoni vintage che si sviluppano tra l’onda dell’indie, il rock, il blues ed il jazz. Le dodici tracce di Fall From Grace raccontano il difficile inserimento dei giovani in una società che non lascia spazio alla lentezza dei contenuti, ma che piuttosto diventa divoratrice di pulsioni tra freddezza e segmentazione. Ispirati alla nota poetica di Charles Baudelaire da cui traggono anche il nome d’arte. La band è composta da Mattia Caroli (Voce, Chitarra), Alessio Festuccia (Tastiera), Valerio Brucchietti (Basso), Niccolò Jacopo Cavoli (Tromba, lap steel guitar), Davide Di Giuseppe (Batteria, percussioni), Marco Turani (Sax contalto, Clarinetto, Clarinetto basso), Mirko Patacchiola (Fagotto). Il gruppo nasce nel 2015, anno in cui lanciarono il disco Every Giro Day. Da qui il clamore del video dell’album, Saturday Morning che riceve il premio com Best Music Video ai Paris Art & Movie Awards 2015.
Uscito lo scorso 21 ottobre “Fall From Grace” è un concept che parla di amicizia, del rapporto tra il bene ed il male, della vittoria, dopo un’ardua salita. Ballad for evil è un pezzo di grande intensità, in cui si coglie già nei primi 50 secondi di melodia, la poli strumentalità che rapisce all’ascolto. Un accordo che riecheggia di ballate medioevali è quello che possiamo riconoscere tra il suono delle chitarre e il ritmo delle trombe. Il racconto di una delusione d’amore suonato con grinta e suoni rock è Ain’t she the Queen. Un’intensa riconoscibilità in The song of the highest tower. Una vivace sonorità che canta le difficoltà dei giovani in una società così divorata dalla freneticità. Sulle note di una “colorata” ballata, Blues Man vede, vede protagonista un giovane insoddisfatto, che si rifugia nella semplicità della lettura e di tutto quanto gli può concedere una sana speranza. Segue Last Refuge, in cui ritroviamo un sound intenso, seppur scandito da una velocità delle note che in modo rapido passano dall’inizio alla fine. Sad dark Shadow è un brano inquietante, che riconosciamo già dal titolo in cui il suono lascia spazio nella parte finale del testo, alle urla di un giovane ragazzo, che si ribella alla massa integrata nel sistema post moderno. Coinvolgente nella sua brevità è Running Around. Un incontro di suoni delicati è In The Summer, un testo dall’ispirazione sognante. Saturday Morning è il brano presente nel primo album che viene qui riprodotto in una versione magica, avvolta dal suono degli archi suonati da Viola Sofia Nisio. Poliedricità arricchita all’armonia di ogni singolo suono in A Street at Night. Toni profondi che quasi si rincorrono in She Seemed to be Crying. Una canzone che racconta la notte solitaria di due amanti che si cercano. Così vicini nell’anima e tanto lontani nei corpi. Un brano di speranza è Leave me alone. Un timbro che quasi richiama l’impostazione degli Oasis. Una ballata ribelle, che si allontana dai ritmi stereotipati, proprio come quelli imposti dalla società attuale, in cui si fa fatica ad esprimersi quando si è eclettici e creativi.