Parlare di musica a Napoli significa parlare di Pino Daniele e se a reinterpretarlo è un’artista come la De Sio il risultato è un lavoro che lei stessa definisce “devozionale”. «Già da tanto tempo – dice la cantante – pensavo di fare un omaggio a Pino, fin dal giorno della sua morte, ma poi sono stata saggiamente consigliata ed ho aspettato. È stata la scelta giusta perché in quel momento l’aspetto emozionale avrebbe prevalso su tutto».
Non è facile immergersi nel mondo del “mascalzone latino” tanto che per realizzare questo progetto c’è voluta una full immersion di diverse settimane solo per riascoltare i brani dell’artista partenopeo, ma poi «quando abbiamo cominciato a registrare– continua la De Sio – ho avuto la sensazione che i brani di Pino fossero stati scritti per me, li sentivo così miei che alcuni li ho eseguiti una sola volta e così li trovate nel disco. Mi sono buttata in questa avventura nell’unico modo possibile, come i sub che si tuffano all’indietro senza più pensare alla profondità dell’abisso».
Sedici brani compongono il disco: “’O scarrafone”, “Bella m’briana”, “Je so pazz”, Lazzari felici”, “Serenata a fronn’ e limone”, “Quanno chiove” che, grazie alla Fondazione Pino Daniele Trust Onlus, ha la voce di Pino, “Un angolo di cielo”, Fatte ‘na pizza”, Chi tene ‘o mare”, “Ninnananinnanoè”, Tutta n’ata storia”, “ Alleria”, “ Viento”, “Napule è” e l’inedito “’O jammone”. Ascoltando proprio l’inedito si capisce il senso del disco, non un omaggio nostalgico, ma un tributo, la volontà di ribadire la grandezza di un artista cercando di farne scoprire nuovi aspetti, aggiungendo una nuova chiave interpretativa quella propria della De Sio.
Nel disco sono presenti tutti brani in napoletano con una sola eccezione di “Un angolo di cielo” interpretata da Niccolò Fabi ed evidenzia la bravura canora del cantante che riesce da aprire una nuova finestra sul mondo del lazzaro felice. «Ho scelto – continua la cantante – di lavorare solo sulla produzione in napoletano di Pino perché credo che lui sia stato l’inventore della napoletanità ed ho operato una selezione tra i brani più conosciuti e quelli meno noti per dare equilibrio al disco. La mia è stata una scelta ponderata perché è in questi pezzi che penso di potere dire qualcosa in più rispetto a quello che così bene ha detto Pino».
L’energia, l’umiltà, la bravura della De Sio hanno trovato il giusto spazio in questo lavoro che ancora una volta ne sottolinea le straordinarie capacità artistiche ed umane.