Se il 2015 è stato l’anno più caldo della storia, il 2016 rischia di essere ancora peggio, battendo il record dell’anno precedente. Le ragioni di questo caldo record sono da attribuire a El Nino, al periodico riscaldamento del Pacifico sudorientale e soprattutto del riscaldamento globale, dovuto ai gas serra prodotti dall’uomo.
In particolare si può sicuramente sostenere che le temperature medie del 2016 si avviano ad essere superiori di 1,2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali, si tratta di temperature pericolosamente vicine al limite massimo dei 2 gradi fissato dall’Accordo di Parigi. Queste osservazioni arrivano dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), l’agenzia dell’Onu per la meteorologia.
Si segnala a proposito che la WMO ha diffuso oggi, in occasione della Conferenza sul clima Cop22 di Marrakech, una anticipazione del rapporto sul cambiamento climatico che sarà pubblicato all’inizio del 2017.
«Le temperature globali da gennaio a settembre 2016 sono state di circa 1,2 gradi Celsius sui livelli pre-industriali – scrive l’agenzia delle Nazioni Unite -. Le temperature hanno avuto un picco nei primi mesi dell’anno a causa del potente evento El Nino del 2015-2016. Dati preliminari di ottobre mostrano che sono a un livello sufficientemente alto perché il 2016 rimanga negli annali con il titolo di anno più caldo. Questo significa che 16 dei 17 anni più caldi sono stati in questo secolo».
Il riscaldamento globale può portare a desertificazione e siccità, a l’aumento dell’evaporazione e della massa di vapore acqueo nell’atmosfera. Tempeste e uragani possono diventare più potenti e frequenti, con inondazioni e devastazioni sempre più pesanti. Siccità, alluvioni ed innalzamento del livello del mare possono essere conseguenze evitabili con interventi seri finalizzati a tutelare l’ambiente.