Marta Moretti è stata la protagonista indiscussa della seconda edizione del Genova per voi, il format tutto italiano, nato dall’idea di Gian Piero Alloisio e del giornalista musicale Franco Zanetti. Il talent ha aperto le porte a notevoli personalità che sono riuscite senza ombra di colpi a farsi riconoscere per il loro singolare talento d’autore. Marta Moretti, ha guadagnato il podio nella seconda edizione del 2014 e per noi si è raccontata in un incontro “ravvicinato”.
Nel 2014 hai vinto la seconda edizione di Genova per Voi, il primo talent per autori di canzoni, ideato e diretto da Gian Piero Alloisio e Franco Zanetti. Cosa ricordi di quella vittoria?
«Genova per Voi è stata un’esperienza fortissima. La settimana a Ovada insieme ai tutor e ai miei compagni di avventura mi ha dato tanto, è stato un momento di scambio completo tra persone che non si conoscevano.Ovviamente a questi concorsi si partecipa sperando di vincere ma, è stato talmente bello, che la sera della finale è arrivata quasi senza che ce ne accorgessimo.Negli occhi di tutti c’era la malinconia di quando finisce qualcosa.Quello che resta, ecco. Quello che porto con me!»
Perché hai scelto di partecipare ad un talent solo per autori? Ti sei sottoposta anche ad altri provini oppure la scelta è caduta direttamente su Genova per Voi?
«Avevo già provato in precedenza a partecipare ad un altro concorso in veste di autrice ma già conoscevo” Genova x Voi” e speravo tanto di riuscire ad esserci!Fino ad un anno fa nel mio “futuro immaginato” il lavoro di autore non era contemplato, poi le cose cambiano e varie coincidenze mi hanno portata lì.E’ un lavoro affascinante perché ti permette di esplorare mondi musicali che, limitandosi solo al proprio progetto musicale, magari non prenderesti mai in considerazione.»
Profondo è il testo grazie al quale sei arrivata prima tra gli altri autori in gara alla scorsa edizione di Genova per voi. Parlaci del testo. Quando è nato?
«Profondo è una canzone nata in pochissimo tempo, nella mia testa parla di due persone che credono “profondamente” una nell’altra, al di là del resto del mondo.In realtà però, mi piace pensare che chiunque la ascolti ci possa trovare la sua verità, non amo catalogare le canzoni in un argomento obbligato.»
Cosa è successo dopo la vittoria al talent?
«Dopo quella sera ho cominciato a scrivere, dedicando il mio tempo completamente a questo. Mi sono ritrovata faccia a faccia con il mondo vero, confrontandomi con persone che davvero lavorano con la musica e sto imparando tantissimo. A volte è facile, altre volte più dura ma è sempre una sfida a continuare.»
La tua musica è una passione cresciuta insieme all’ascolto dei grandi nomi come De Andrè e Tenco, ma anche personaggi più recenti come Fabi o Gazzè, unita al rock acustico di Damien Rice e Nick Drake … come nascono i tuoi brani?
«Sì, le mie prime influenze sono state quelle ma in questi mesi ho imparato ad aprire la mia visuale. Il lavoro dell’autore è proprio quello, essere aggiornati e curiosi.Il cantautore ha una visione completamente diversa, può fare tutto quello che vuole quando lo vuole e come vuole e, in ogni caso, haragione. Nessuno può contestare la tua storia o come decidi di raccontarla. Perchè è tua.
L’autore invece scrive canzoni che verranno cantate da altri, che non hanno la tua stessa storia e che, probabilmente, sono molto distanti da quello che sei tu. Ma devi essere capace di scrivere per loro. Riuscire a filtrare il tuo punto di vista con gli occhi di un altro. Il mio modo di scrivere è cambiato molto, sono passata dalla penna su carta ad un file sul pc, è un metodo più dinamico che ti avvicina a quello che ci circonda oggi. Può sembrare un passaggio in “perdita di emozioni” ma non lo è davvero, a mio parere è solo un nuovo modo di lavorarci (con le emozioni!).»
In futuro ti vedi solo come autrice o anche come interprete delle tue canzoni?
«Spero in futuro di continuare entrambe le cose, sono due progetti distinti e distanti ma che possono coesistere. Molti, tra gli autori più noti portano avanti anche loro progetti solisti.»
Con chi artista ti piacerebbe fare un duetto?
«Questa è una domanda dalla risposta potenzialmente infinita…eheh! Rimanendo nella sfera pop italiana il primo che mi viene in mente è Jovanotti, lo trovo un artista vero e sempre innovativo, in tutto quello che fa.»
C’è un modello al quale ti ispiri?
«Mi piace raccontare cose vere, mi piacciono le canzoni che si possono vedere e toccare. Tendo sempre a scrivere di vita quotidiana, di cose normali. Lì sta la vera bellezza secondo me, non nei paroloni astratti.Uno dei più importanti “maestri” che ho avuto mi diceva sempre “parlami d’amore raccontandomi di una tazzina di caffè, e senza mai dirlo”; questo è l’insegnamento che cerco di tenere a mente ogni volta che scrivo qualcosa di nuovo.Tom Waits, in uno dei pezzi più belli del suo Closing Time, dice :” Mi volto per guardarti, tu ti accendi una sigaretta e mi piacerebbe chiedertene una”. Non servono altre spiegazioni, lo capisci e basta. Lui è proprio grande, uno dei più!»
Un tuo desiderio?
«Uno dei miei desideri, è quello di entrare un giorno al supermercato e sentire in sottofondo una mia canzone, cantata da chissà chi!»