Questa sera, mercoledì 20 maggio 2015, presso l’Institut Français de Naples si terrà il finissage della mostra pittorica “La scuola di Posillipo revisitée” di Arnaud Boueilh (Arno) con la presentazione del catalogo edito da Marchese Editore pubblicato col sostegno del Grenoble e di Piero Renna Arte Contemporanea (Prac).
Ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con l’artista dopo una passeggiata che Arnaud ha fatto col progetto napoletano “NomiCoseCittà”, passeggiata che lo ha portato a fare da guida turistica passeggiando, guardando e raccontando ai suoi “particolari turisti” proprio per le strade di Posillipo.
Quando ti hanno contattato da Nomi Cose Città e, soprattutto, com’è stato fare da guida?
«L’artista Mary Cinque, che si occupa del progetto, conoscendo i miei lavori e avendo apprezzato quello di cui mi occupo, mi ha proposto di fare questa passeggiata. Mi ha chiesto insomma se fossi interessato a far vedere il lato oscuro della città che conosco. È stato bellissimo in quanto, come sai, c’era la mostra al Grenoble e così, analizzando le altre passeggiate che per lo più sono state fatte nel centro storico ho pensato di portare i passeggiatori proprio a Posillipo.»
Hai ben studiato tutto il percorso quindi, i passeggiatori hanno apprezzato?
«Volevo essere all’altezza del ruolo di guida. Ecco che sono andato alla scoperta di Posillipo iniziando ad approfondire molto la storia dei luoghi. È stato fondamentale per me non aver invitato amici, avevo voglia di confrontarmi solo con sconosciuti e passeggiatori molto diversi tra loro.»
Cosa ti ha maggiormente colpito durante la passeggiata?
«In primo luogo è stato interessante osservare persone che si incontrano per la prima volta e che dopo dieci minuti iniziano a passeggiare come se si conoscessero da una vita. Ancora, come dicevamo prima io avevo studiato tutto per bene, le informazioni che avevo pensavo mi servissero per riempire dei vuoti. Ogni volta che mi giravo però, mi rendevo conto che non c’era bisogno di riempire niente: la gente era felice di andare a zonzo, felice e rilassata. È stata una passeggiata perfetta.»
Quando ti sei innamorato di Posillipo?
«Vivo a Napoli da dieci anni e torno meno in Francia da quando ho le bimbe. Il segreto quindi è tutto nelle motivazioni di cuore personali direi. Posillipo l’ho scoperta per caso, quando mia moglie aspettava la nostra prima figlia e io andavo a zonzo intorno all’ospedale. Non conoscevo questa zona e mi sono innamorato delle piccole stradine nascoste e delle strade di campagna. Questa è la storia che avevo da raccontare. Bello e interessante scoprire durante la passeggiata che in molti non avevano mai nemmeno preso la funicolare che c’è lì.»
Questa sera c’è il finissage della tua mostra al Grenoble, poi cos’hai in programma?
«Dopo la mostra all’Institut Français de Naples che tra l’altro è stata prorogata di una settimana e infatti resterà fino al 23 maggio, presenteremo un piccolo catalogo al Salone del Libro di Arte Contemporanea alla Mostra d’Oltremare grazie a “Collezione Racna” di Marchese. Ancora, con la galleria di Piero Renna con cui ho iniziato a collaborare da poco, presenterò una serie di lavori su Bagnoli.»