“Gli attori indipendenti” di Nello Mascia approdano al Nuovo Teatro Sanità (dal 4 al 6 novembre) con “Il guardiano” lavoro drammaturgico del premio Nobel Harold Pinter, interpretato da Franco Iavarone, Francesco Paolantoni e Nello Mascia, per la regia dello stesso Mascia. Ma chi sono gli attori indipendenti? Si tratta di un movimento creato da Nello Mascia che rivendica un’idea di teatro che restituisca all’attore la centralità dell’attività creativa. «Non viviamo nel migliore dei mondi possibili – dice il regista – e, nel breve tempo della nostra esistenza artistica, trovo che sia controproducente perdere minuti preziosi a lamentarsene. Bisogna essere disposti a pagare di tasca propria, emotivamente ed economicamente. Delle istituzioni non mi interessa nulla e nulla mi aspetto da loro».
Il testo, in scena dal 4 al 6 novembre, rappresenta un’analisi spietata delle dinamiche per la lotta alla supremazia che si instaurano nei rapporti quotidiani della società e l’incapacità di vedere al di là dei propri personali interessi.
Scritto nel 1959 e andato in scena nel 1960, Il guardiano segna il primo vero successo che Pinter riscuote con il suo teatro. Una metafora efficacissima di ciò che investe ognuno di noi oggi. La trama in breve: un senzatetto viene ospitato in casa propria da un individuo ai limiti dell’autismo, che gli proporrà in seguito di occuparsi dello stabile in qualità di guardiano. Stessa proposta gli verrà fatta dall’altro fratello, che è invece visibilmente accelerato nelle azioni e nella loquela. Il clochard accetta di buon grado il trasferimento sotto un tetto, ma non perde occasione per lamentarsi degli spifferi, delle perdite d’acqua dal soffitto, delle nuove scarpe che gli vanno strette, il tutto senza aver intenzione di accettare un incarico che comporti un lavoro. In più, la sua presenza diventa man mano elemento di rottura dell’equilibrio fra i due fratelli, i quali non comunicano mai (addirittura, non sono quasi mai contemporaneamente in scena). Il guardiano è un archetipo cristallino di conflittualità pinteriana, delimitata in un ring ma resa folle perché non è possibile rintracciare neanche l’oggetto della contesa. I tre personaggi sono tutti egualmente chiusi e determinati, e tutti illusi di comunicare e affermarsi sugli altri.