Sono positivi nei testi negli atteggiamenti…e anche nel titolo. Benji & Fede, il duo pop più inseguito dell’anno, sforna un disco che si chiama“0+” (Zero positivo) come il gruppo sanguineo dei ragazzi che lo compongono. Benji & Fede a poco più di un anno di distanza dal loro album di debutto e dopo una serie di successi e importanti riconoscimenti (80mila copie vendute anche del libro autobiografico Vietato Smettere di Sognare) sono ancora a galla e richiestissimi. “Non volevamo essere meteore”, ci dicono presentando il disco che contiene 11 tracce inedite e importanti collaborazioni e duetti con Max Pezzali, Annalisa e la giovanissima cantautrice inglese Jasmine Thompson.
Perché questa ansia?
«Non sai mai come reagisce il pubblico nel nostro mestiere. A livello creativo siamo molto soddisfatti, del resto è solo il nostro secondo disco e non sono nemmeno due anni che facciamo questo mestiere. Nel primo album abbiamo avuto fretta perché pochi mesi prima che uscisse non era nemmeno ipotizzabile. Invece con questo abbiamo preso tempo e siamo andati in Scandinavia per fare un album con un suono più ampio, con acustico ed elettronica».
Che clima avete trovato?
«Dopo cinque minuti già c’era il delirio anche se ovviamente non parlavamo in italiano ma in inglese. Avevamo un team di lavoro molto giovane che era molto incuriosito dalla nostra proposta. Noi siamo italiani,s iamo nati come chitarra e voce ma volevamo un disco contemporanea. L’esperienza live che abbiamo poi fatto in questi mesi ci ha cambiato molto».
Anche la voce è diversa.
«Sì si sta evolvendo, si cresce ed è normale sia così. Cresce la musica, cambia la voce. I testi sono però sempre positivi. Per noi è importante parlare di cose che ci accadono realmente altrimenti non siamo credibili. Quindi se facciamo una bella vita, significa che nei testi ci saranno cose belle».
È vero che sostenete anche i fan che scrivono su di voi?
«Sì ma non in maniera aperta. Non possiamo ancora dire chi sosteniamo ma l’abbiamo adocchiata in rete su una piattaforma di fan fiction. Ha solo 19 anni e sa scrivere e il suo sogno è di trasformare questa passione in un lavoro. Quindi le abbiamo commissionato un lavoro per noi. È importante scovare talenti di questo genere».
Voi siete stati a Sanremo 2016 dopo essere stati scartati nel 2015. E per il 2017?
«Per noi è stata una rivincita, anche se eravamo ospiti di Alessio Bernabei. A dire il vero vogliamo concentrarci sul disco ora, non possiamo mettere altra carne a cuocere. Sanremo è un’occasione grande, bisogna arrivarci ben preparati, forse è presto. O forse bisogna semplicemente aspettare che ci sia la canzone giusta per andarci, non farlo giusto per farlo».
Ambizioni ne avete?
«Non vogliamo compromettere il giudizio che il pubblico ha su di noi facendo cose che disorientano. E poi vogliamo fare un bel tour nuovo a partire dalla prossima primavera».