Nuovo progetto discografico per Ivan Romano. Il giovane cantautore partenopeo, insieme al fisarmonicista Carmine Ioanna è in distribuzione con “L’Inventore Saltuario”, un album la cui direzione artistica è curata da Vinicio Capossela. Nove i brani contenuti in questo primo lavoro discografico, di cui otto inediti. Folk cantautorale e ritmi latini, accompagnano i suoni colorati che fisarmonica, flicorno e tromba, insieme a basso, piano e chitarra, compongono un’opera musicale di grande spessore. L’Amore per la terra dell’Irpinia, la passione per la musica e per la propria donna, sono i caratteri distintivi di un disco che canta la sofferenza e suona il tema del coraggio, sostenendo gli effetti sofferenti dell’emigrazione.
Partiamo dal titolo dell’album, L’inventore saltuario. Chi è l’inventore e perché saltuario?
«L’inventore è un cantautore che scrive canzoni da 30 anni, lui è un sognatore, un visionario che ama la musica, che si addormenta ascoltandola e si sveglia sognandola. L’inventore è una persona che vive in modo semplice, esprime attraverso la musica, le emozioni che ogni giorno vive, descrive la propria terra, i luoghi che lo circondano, racconta l’amore in modo passionale a tratti ossessionato dalla sua donna, descrive i rapporti familiari, affronta il tema dell’amicizia, tratta i temi legati al problema emigrazione per la mancanza di lavoro. Per quest’ultimo problema, si è costretti ad essere part-time. L’inventore Saltuario ironizza ma allo stesso tempo denuncia questo stato sociale».
In ogni brano ricorre il tema dell’amore, il rapporto tra genitori e figli, la passione per i luoghi e la conoscenza della loro bellezza. Questi scenari sono lo specchio della tua quotidianità?
«Per certi versi sono lo specchio della mia quotidianità, ma parlando di vita vissuta può essere tranquillamente la quotidianità di chiunque. La vita ci circonda di tante belle cose che noi a volte accecati dal frenetismo isterico non ne cogliamo l’essenza. L’inventore con la sua semplicità esalta il piacere di amare la propria donna, la sua famiglia, le sue amicizie, la sua terra, le sue passione, in poche parole è un romantico cronico».
Ivan, tu sei un cantautore folk, c’è un artista in particolare a cui ti ispiri?
«Nella mia vita ho avuto il piacere e la possibilità di ascoltare tantissimi artisti, dai Pink Floyd ai Nomadi, dai Dire Straits a Guccini, da Santana a Capossela, dal Blues al Rock, dal Folk al Jazz, ma se devo dirle a chi mi ispiro in particolare non riesco a risponderla, preferisco essere Ivan Romano, con i miei pregi e i miei difetti, il visionario racconta storie, il sognatore innamorato della musica folk e della vita».
L’inventore saltuario vede la direzione artistica di Vinicio Capossela. Che effetto fa?
«Vinicio Capossela è il direttore artistico dello Sponz Fest di Calitri (AV) dove io il 25 agosto 2016 ho presentato il mio album. Sarebbe stato un grande onore per me avere un direttore artistico di grande spessore come Vinicio Capossela. Ho curato io personalmente la direzione artistica de “L’inventore Saltuario”, ma sono stato supportato da grandi musicisti tra cui Carmine Ioanna, Angelo Marino, Massimo Palumbo, Giuseppe Branca, Lorella Monti, Nicola Albanese, Antonio De Nisi, che ringrazio per l’impegno e la passione che hanno dedicato al mio progetto».
La tua musica è un intreccio di suoni decisi. Come nasce questo modo “antropologico” di esprimerti?
«Posso dirle che i suoni sono stati scelti dopo un’attenta analisi delle mie emozioni, ho invitato nel mio studio di registrazione tantissimi musicisti e strumentisti vari, che si sono espressi attraverso il proprio strumento davanti a me ed io ho scelto chi mi trasferiva più energia, mi mostrava più voglia di voler partecipare firmando con i suoi colori musicali l’album. È vero, sono sempre stato un “antropologo”, ho descritto l’uomo in tutti modi, nella veste di amico, di padre, di partner, gli uomini sanno essere il bene e il male del nostro pianeta Terra. Io credo che ogni essere umano ha dentro di se grandi valori, l’importante è farli emergere!».
Cosa ti aspetti dal tuo album d’esordio?
«Il mio piacere principale è che arrivi sui cellulari, sulle Radio, sui Tablet, sui Desktop di tutti, poi sta alle persone giudicare se “L’inventore Saltuario” merita o meno».