Dopo l’abbuffata mediatica di X Factor, gli Urban Strangers hanno deciso di pubblicare lo scorso inverno un EP, Runaway, e oggi escono con un album intero di inediti scritti da loro stessi. Gennaro Raia e Alessio Iodice, che hanno già lanciato con successo il singolo Bones, dicono che il titolo Detachment è una riflessione sul loro recente passato in pasto al pubblico adorante. Che qualche problema l’ha portato.
Siete legati a titoli che indicano la fuga. Prima Runaway, poi Detachment. Da cosa fuggite?
Gennaro: «Siamo usciti dal programma in un bel caos, non era problematico ma provavamo sensazioni strane. Parte di questo è la mia insicurezza sul palco, quando sei davanti a tanti occhi e non riesci a guardarli. La fuga a cui alludi è più un desiderio di distacco, di pausa, per vedere e capire chi siamo diventati e che cosa stiamo facendo. Guardandoci con calma abbiamo capito che questo disco è stato un processo di maturazione».
Sentite di essere diversi da tutti gli altri concorrenti dei talent show?
Alessio: «In verità non abbiamo un genere, siamo genere Urban Strangers quindi per forza siamo diversi. Non ci piace nemmeno dire quali artisti seguiamo perché sono tanti e tutti diversi. Ci piacciono tutti i tipi di musica e quando si è deciso di fare un album, non ci siamo posti limiti. Ci sono componenti di elettronica, ma per noi l’importante era che il disco suonasse come se fosse tutto suonato, con gli strumenti di una vera band».
Avete continuato a comporre in inglese, come mai?
Gennaro: «La nostra carriera è come una ricerca personale, ci troviamo a scrivere in inglese in maniera naturale e se un giorno ci sveglieremo con l’idea di cantare in italiano, magari lo faremo. L’inglese è molto musicale, aiuta a esprimere concetti concisi. E ci permette anche di pensare al mercato straniero, dove ci piacerebbe sbarcare un giorno. Finora non abbiamo neanche avuto il tempo di andare fuori dai confini dell’Italia».
Per il live a cosa pensate?
Gennaro: «Con il nostro produttore Raffaele Rufus Ferrante stiamo organizzando le trasposizioni dal vivo di questi nuovi pezzi. Saremo in quattro sul palco e dobbiamo necessariamente preparare gli arrangiamenti giusti».
Alessio: «Ci piace prenderci del tempo, lavorare con calma. Tutto ruoterà intorno al suono che vogliamo raggiungere e vogliamo dimostrare di essere soprattutto musicisti, oltre che cantanti».
Per le date dell’instore tour dell’album Detachment: Facebook/UrbanStrangersOfficial