Ester Campese, in arte Campey, fin da bambina ha sempre avuto la curiosità di sperimentarsi in varie discipline artistiche tra cui danza, piano e pittura. Da una forte componente contemplativa e un urgente bisogno di comunicare ha pian piano incanalato le energie verso la pittura, prima sporadicamente poi come un percorso interiore fino a divenire una costante, quasi una necessità. Autodidatta, sperimenta nel percorso artistico l’utilizzo di vari materiali quali creta, juta, polvere di vetro, gesso, carta, acrilico, fino ad approdare alla tecnica olio su tela. In questa intervista ci svela alcuni suoi importanti progetti a cui ha partecipato e quelli futuri.
Come nasce la sua passione per l’arte?
«In modo naturale, quasi quanto per un bimbo imparare a parlare. Per me infatti dipingere è come un dialogo che inizialmente era tra me e me, poi con il tempo ho sentito di volerlo condividere anche con gli altri. Ovviamente nel tempo man mano ho affinato tecnica e stili, maturando e consolidando l’esperienza artistica».
A quale delle sue opere è particolarmente legata?
«È molto difficile per me scegliere, in ogni quadro che realizzo infatti metto sempre qualcosa di me. È come un cammino che faccio insieme alle persone. Forse se dovessi scegliere, ma più per un “sentire” affettivo, sono legata al quadro “Sogno” che ho dipinto come fosse un saluto ad una persona a me cara.
Come nascono le sue opere e cosa rappresentano per lei?
«Sicuramente non nascono in modo casuale, anche se poi seguo un filone istintuale. In genere penso ad un concept, un tema che desidero sviluppare e poi provo a perseguirlo. Provo ad incanalare e a fermare le mie emozioni sulla tela. Talvolta dipingo ciò che mi colpisce ma non come immagine ma come “sensazioni” in questo modo provo a dialogare con gli altri, non con le parole ma con un messaggio più profondo».
Ci parli della sua esperienza in Brasile…
«Vivere in Brasile per me è stato molto importante e mi ha portato a toccare anche i miei limiti in termini emozionali. Mi sono mancate le cose semplici e tipicamente italiane, ed ho avvertito la lontananza dai miei affetti. Ma dal Brasile ho anche avuto tantissimo sia a livello di scambio umano che artistico. Ho scoperto l’uso del colore con azzardi che prima non avevo sperimentato e che invece mi è piaciuto molto fare come ad esempio accostare sfumature e tonalità inusuali mantenendo però gradevolezza ed equilibrio».
La partecipazione allo Spoleto Art Festival le è valsa la vittoria con il dipinto The Sunrise Trip, ci racconti di questa esperienza e di come è nata l’opera
«Sono molto lieta di aver potuto partecipare alla chermes artistica di Spoleto Art Festival. The Sunrise Trip appartiene ad una collezione di astratti a cui tengo particolarmente e che è ispirata ai grandi maestri Mirò e Kandinskij. Negli astratti introduco un messaggio concettuale e The Sunrise Trip rappresenta l’alba di un viaggio, quello che ognuno di noi fa nella propria vita. Nel quadro sono riportati anche simboli benaugurati come ad esempio un ombrello stilizzato e come parafulmine per le contrarietà. Vi è una scaletta posta in orizzontale non per salire ma per far da ponte tra le persone. In alto campeggia il sole che illumina tutti dal cielo. Le sfumature ai bordi del quadro pure riportano un messaggio e rappresentano le varie ere della vita: dal giallo della gioventù all’azzurro per la pienezza dell’età adulta, al grigiazzurro della maturità o terza età e la sfumatura di un grigio chiaro per “l’uscita di scena”».
Fino al 28 ottobre sarà presente con la sua opera “Lady 20” all’interno della mostra “Stream of Consciousness”. Ci parli della sua opera, come mai ha scelto proprio quella da esporre?
Lady 20 è un quadro che appartiene ad un’altra collezione che in questo caso ho voluto dedicare alle donne. Amo molto questo soggetto e penso che molti pittori siano intrigati ed estasiati dall’immagine femminile, ed io non faccio eccezione. Lady 20 rappresenta la grazia, ma anche la consapevolezza e la coscienza della femminilità in una intima “veste” che ci riporta ad un passato più soft ed elegante con le atmosfere degli anni liberty. Ho scelto questo quadro per la mostra “stream of consciousness” in italiano “ Il flusso della coscienza” proprio per rappresentare la piena coscienza di se, che può essere espressa anche con la grazia femminile».
Quali sono i suoi prossimi progetti?
«Una mostra personale a fine anno proprio a tema “donne”, una mostra con un amico fotografo dove vorremmo esporre ognuno il proprio punto di vista dello stesso soggetto in una danza a “paso doble”, una bipersonale con un artista a cui tengo molto e tanti altri progetti e per rimanere in tema, tanti “miei sogni”.