Il talent Genova per Voi ha “sfornato” ingegni ricchi di estro, energia e singolarità. Il format targato Gian Piero Alloisio e Franco Zanetti ha portato in auge un concetto artistico di grande freschezza che ha visto esordire ed ancor di più acclamare tra i protagonisti delle edizioni che si sono susseguite, Willie Peyote, nella categoria Rap/Hip Pop ,della seconda annata. Ragion per cui è stato un piacere enorme aver potuto incontrare il suo pensiero e conoscerne la personalità.
Vincitore della seconda edizione di Genova per Voi nella categoria “Rap/Hip Hop” con il brano “Soulful”. Cosa ha significato la tua partecipazione al talent?
«Innanzitutto è stata un’esperienza assolutamente nuova e inaspettata, in secondo luogo la vittoria mi ha dato una grande botta di autostima e più consapevolezza nei miei mezzi. Grazie al concorso ho capito una volta per tutte che non esistono argomenti per il grande pubblico e argomenti di nicchia, si può dire tutto, dipende da come lo si dice. Bisogna essere accessibili.»
Perché hai scelto di partecipare ad un talent solo per autori? Ti sei sottoposto anche ad altri provini oppure la scelta è caduta direttamente su Genova per Voi?
«Assolutamente no! Non mi piacciono i talent, almeno non quelli che si vedono in tv, e ho partecipato a “Genova per Voi” perché mi sembrava una cosa molto diversa e perché mi era stato caldamente consigliato da alcuni partecipanti all’edizione precedente. Qui si giudica davvero il talento nello scrivere, cercano autori non pop star.»§
Cosa è successo dopo la vittoria al talent?
«Un sacco di cose. Casualmente poco prima di partecipare mi ero licenziato e grazie al cielo la vittoria mi ha aiutato nell’approcciarmi definitivamente alla musica col piglio giusto dandomi un po’ più di credibilità agli occhi di alcuni addetti ai lavori.»
Guglielmo Bruno, in arte Willie Peyote. Sarò scontata ma posso chiederti perché hai scelto questo pseudonimo?
«Da Guglielmo a William il passo è breve. Il primo Willie che mi è venuto in mente è stato ovviamente Willie Coyote, io ci ho solo messo della droga dentro. Per chi sa cos’è il peyote».
Quando hai mosso i primi passi accostandoti al rap, avevi un modello da “inseguire”?
«Un modello direi di no, ero ovviamente influenzato dall’immagine dei vari rapper che vedevo nei videoclip su Mtv, in particolare quelli americani. Ho sempre cercato di metterci del mio in tutto, senza seguire dei modelli.»
Esiste ancora un legame con SosClique, il gruppo che ti ha visto protagonista al tuo esordio?
«Kavah era il beat maker del gruppo all’epoca e ancora oggi è sempre presente in tutti i miei progetti solisti, Shula invece nel tempo si è concentrato sul videomaking e anche lui continua ad essere presente nel mio percorso. Ad esempio l’ultimo video che ho fatto è stato curato da lui.»
Il Manuale del giovane Nichilista: primo lavoro da solista…in che dose ti rispecchia?
«Mi rispecchia ancora molto nonostante sia stato scritto in parte 7,8 anni fa. All’epoca ero un po’ meno disilluso e forse avevo più speranza, andata persa negli ultimi dischi. Ho cambiato molto anche il modo di usare la voce e ho modificato molti altri aspetti della mia scrittura da allora ma riascoltandolo si sente che sono ancora la stessa persona. Sempre nichilista, solo un po’ meno giovane.»
Progetti per il futuro in arrivo?
«Ho appena pubblicato un ep di 5 brani in attesa del disco vero che vedrà la luce entro la fine dell’anno e sto per chiudermi in studio coi Funk Shui Project per la composizione del nostro secondo album, ma le tempistiche in questo caso sono ancora da delineare.»
Come ti vedi da qui a dieci anni?
«Non sono granché capace a fare progetti a lungo termine, né proiezioni.»
Con quale artista ti piacerebbe fare un duetto?
«I Verdena su tutti, per quanto apparentemente non c’entrino nulla col mio genere.»
C’è un modello al quale ti ispiri?
«Se dicessi Bukowsi suonerei banale, ma una volta non era così inflazionato, almeno non quando l’ho scoperto io a 15 anni. Come ti dicevo però non ho modelli ai quali mi ispiro, ho un’idea di quello che vorrei essere e cerco di rimanere coerente con quell’idea.»
Un tuo desiderio?
«Partecipare di nuovo in qualche modo a Genova per Voi, sono molto affezionato al concorso per quello che ha significato per me e mi piacerebbe facesse lo stesso per altri.»