L’Accademia Vesuviana del Teatro festeggia il decimo anno di attività. Fondata nel 2007 dall’attore e regista napoletano Gianni Sallusto, la scuola di recitazione teatrale, cinematografica e televisiva ha come obiettivo principale quello di migliorare la qualità di vita allievi iscritti, attraverso una formazione professionale qualificata. La professionalità e la cura con cui l’Accademia Vesuviana ha portato avanti, anno dopo anno, diversi progetti, coinvolgendo e appassionando un pubblico sempre più numeroso di bambini, ragazzi e anche adulti, ha fatto sì che questa realtà vesuviana potesse ricevere dei riconoscimenti per il proprio operato. Nel 2012 ha ricevuto il Premio di benemerenza per la legalità dalla Polizia di Stato, nel 2014 una Medaglia Aurata al Merito dalla Norman Academy, mentre nel 2015 è entrata a far parte della Biblioteca digitale sulla camorra e Cultura della Legalità dell’Università degli Studi di Napoli Federico II con lo spettacolo “Mater Camorra”. Per saperne di più sull’Accademia Vesuviana del Teatro abbiamo intervistato il direttore artistico, Gianni Sallusto.
L’Accademia Vesuviana del Teatro da te diretta è una scuola di recitazione teatrale, cinematografica e televisiva che si propone di dare ai giovani e ai meno giovani un’occasione per esprimere le loro qualità artistiche. Quali sono le proposte e gli obiettivi per il prossimo anno accademico?
«Continuiamo il nostro discorso con la formazione attoriale a trecentosessanta gradi, dal punto di vista teatrale, cinematografica ed anche televisiva. Continuiamo con i nostri corsi che non comprendono solo la teoria ma anche la pratica. Realizziamo spettacoli teatrali, cortometraggi, inoltre anche quest’anno metteremo su il nostro festival teatrale che sarebbe il saggio di fine anno. Il nostro obiettivo è quello di amplificare i nostri corsi, dal punto di vista didattico, ma soprattutto di aumentare anche le produzioni. Oltre alle performance che i nostri allievi propongono durante l’anno, l’Accademia si avvale anche della produzione di spettacolo. In passato abbiamo già prodotto “Mater camorra e i suoi figli”, la cantata dei pastori che proponiamo ogni anno nel centro storico di Napoli. Per il prossimo anno abbiamo in progetto la produzione di altri spettacoli che pur se non rientrano nel programma accademico coinvolgeranno ugualmente gli allievi più bravi e meritevoli. Il nostro obiettivo principale è quello di migliorare la qualità di vita dei nostri allievi».
L’Accademia da te fondato nel 2007 è una realtà ormai consolidata. Degli obiettivi che ti eri prefissato dieci anni fa, sei riuscito a raggiungerli tutti? Come è avvenuta la crescita artistica e professionale anno dopo anno?
«Quest’anno festeggiamo i dieci anni di attività. Naturalmente ci rivolgiamo ad un pubblico che è quello del vesuviano, poiché anche sono della provincia. Inizialmente, quando ho aperto l’accademia nel 2007 c’era molta indifferenza e scetticismo da parte della gente, poi, col passar del tempo, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo acquisito fiducia. Portando avanti, anno dopo anno, tantissimi progetti. Non ci siamo mai limitati alla semplice lezione o laboratorio, abbiamo sempre coinvolto il nostro pubblico, i nostri allievi con la messa in opera pratica dei progetti. Abbiamo creato una nostra realtà, ma la cosa che mi fa piacere e che di conseguenza si sono create tantissime realtà. Quindi c’è questa continua competizione, che dal mio punto di vista reputo sana. Se so che ci sono altre realtà è uno sprono a fare meglio, a proporre dei progetti che siano sempre più interessanti e coinvolgenti.
Chi può frequentare l’Accademia Vesuviana?
«La scuola è aperta ai bambini, ai ragazzi e agli adulti. Gli attori che escono dalla nostra scuola partono dalla propria realtà vesuviana per poi affacciarsi al panorama della recitazione non solo nazionale ma anche internazionale. Questo perché abbiamo degli allievi che lavorano in compagnie internazionali. Io personalmente ho avuto un’esperienza di sei anni nella compagnia dei giovani attori di Dario Fo. La mia idea di attore non deve avere un’etichetta del luogo o la città di appartenenza. Un attore deve essere in grado di lavorare a Napoli e in provincia, in tutta Italia ed anche all’estero. Inoltre non abbandoniamo mai i nostri allievi. Ci preoccupiamo di farli partecipare a dei casting teatrali e cinematografici. Abbiamo messo su un corpo docenti abbastanza ampio, in maniera tale che l’allievo possa affrontare uno studio che vada dalla recitazione teatrale a quella cinematografica passando per quella televisiva».
Come si entra a far parte dell’accademia?
«Ci sono dei colloqui che bisogna sostenere con me o con gli altri insegnanti, poi, nel corso dell’anno ogni allievo dovrà sottoporsi a delle prove verifica come quella di improvvisazione, quella sulla storia del teatro e sulla dizione. Ad ogni allieva verrà consegnata una pagella e dal momento in cui avrà raggiunto la sufficienza, per ognuna di queste verifiche, vuol dire che si può continuare a frequentare l’accademia. La possibilità la diamo a tutti quelli che si presentano al colloquio iniziale, però, nel corso dell’anno e dalle varie verifiche valutiamo se l’allievo merita di continuare o meno. In ogni caso bisogna capire sempre gli obiettivi dei nostri allievi. Ad esempio per quelli che entrano nel mondo della recitazione per cercare di socializzare, di superare la propria timidezza o per i disabili, il nostro approccio è completamente diverso. La recitazione credo sia anche un momento di formazione, un momento di socializzazione, un momento di riscatto».
Dal 2007 ad oggi l’Accademia Vesuviana del Teatro ha ricevuto diversi riconoscimenti. Cosa rappresentano questi riconoscimenti per la scuola.
«Ritengo che i riconoscimenti siano importanti non per appenderli al chiodo e farne bella mostra, semplicemente credo che siano un input a fare sempre meglio. Naturalmente questi premi fanno parte della nostra storia ed è importante che ne parli, ma semplicemente come augurio di fare sempre meglio».
Qual è un consiglio che spesso dai ai tuoi allievi?
«Divertirsi, mettersi in discussione, studiare tantissimo, guardare poca televisione, andare molto a teatro e al cinema. La televisione consiglio di guardarla poco poiché i messaggi che lancia non sono dei migliori, soprattutto quelli dei reality. Il messaggio che in breve tempo si può essere grandi attori, grandi cantanti o ballerini è a mio avviso totalmente sbagliato. Ci vuole tantissimo studio e forza di volontà. Bisogna rimboccarsi le maniche e fare una bella gavetta. Inoltre non deve mancare l’umiltà, la voglia di fare e di divertirsi. In questo modo si cresce da un punto di vista personale e anche professionale».