Luciano Luminelli presenta oggi, martedì 6 settembre, al Cinema Madison di Roma, “Una diecimilalire”, un film da lui scritto, diretto e in parte prodotto. L’opera prima di Luminelli è un documento che descrive la situazione economica dell’Italia tra il 1960 e il 1975: lo spopolamento delle aree calabro lucane, pugliesi e campane e la migrazione verso il nord della penisola e nelle nazioni oltre confine. Attraverso il sogno di un bambino, che abbandona la sua terra in cerca di fortuna, Luminelli ci accompagna in un racconto fatto di ideali, di speranza, di sacrifici, ma anche di rimpianti. Un viaggio che inizia nel 1960 e si conclude ai giorni nostri. “Una diecimilalire” è un film che fa riflettere. «Ho cercato di raccontare una storia frutto di tanti ricordi che sin da bambino mi hanno accompagnato – racconta Luminelli – Ho sentito la necessità di parlare di un paese che ormai non c’è più, un’Italia semplice che andrebbe recuperata, fatta di valori e sentimenti autentici».
“Una diecimilalire” vede al centro della storia Vincenzo (Gianluca Di Gennaro), un ragazzino di 11 anni che decide di scappare da un piccolo paesino della Basilicata, abbandonando la sua famiglia, per raggiungere Giovanni (Ciro Esposito), il fratello calzolaio che vive nella capitale. Sullo sfondo l’Italia del boom economico. Grazie all’aiuto del Sig. Pomei (Sebastiano Somma) Vincenzo inizia una nuova vita. Il ragazzo inizia a lavorare in un bar e dopo qualche anno – grazie all’aiuto di una donna, la moglie di Pempei, che diventerà in seguito sua suocera – riesce a prendere la licenza elementare. Per Vincenzo tutto sembra scorrere nel verso giusto, ma per suo fratello la situazione è ben diversa. Giovanni, infatti, pur di fare soldi per riuscire a risollevare la situazione economica della sua famiglia, entra in un giro di affari poco puliti. Per aiutarlo, Vincenzo avvia un’attività commerciale, consolidando così la sua affermazione sociale nella capitale, vivendo però con rammarico la lontananza dalla famiglia d’origine. Da adulto torna al paese tra la sua gente, per raggiungere il padre al capezzale. Durante la sua visita riaffiorano i ricordi e comprende che lontano dalle sue radici ha potuto vivere la sua vita solo a metà.
Una diecimilalire – la sua opera prime scritta, diretta e prodotta da lei – è un film che racconta l’Italia tra il 1960 e il 1975…
«Il film è stato realizzato tra il 2013 e il 2014, tranne qualche scena girata nel 2012 in Basilicata in concomitanza con una festa patronale. È un film autoprodotto, ma ci sono stati naturalmente degli aiuti economici che hanno dato un contributo fondamentale. “Una diecimilalire” si snoda tra il 1960 e il 1975 fino ai giorni nostri. Racconta una storia tipicamente italiana che abbraccia il tema dell’immigrazione».
Perché ha deciso di raccontare questa storia?
«Questa non è la mia storia. Sicuramente mi appartiene perché da bambino ho vissuto questo periodo storico, in cui molti italiani, anche del mio quartiere, emigravano per trovare lavoro e fortuna. Ho cercato di raccontare una storia frutto di tanti ricordi che sin da bambino mi hanno accompagnato. Il costume, la società, le abitudini di quell’epoca che hanno fatto da cornice alla mia infanzia e adolescenza, che rappresentano per me un periodo positivo, simbolo di un’Italia vera e autentica. Ho sentito la necessità di parlare di un paese che ormai non c’è più, un’Italia semplice che andrebbe recuperata, fatta di valori e sentimenti autentici. Vincenzo, il protagonista, è l’emblema di quel Paese povero, giovane del sud che trova riscatto nelle grandi città industrializzate del nord».
Parlando del film lei dice: «È un’Italia che non c’è più». Però, ieri come oggi, ci ritroviamo a vivere delle situazioni molto simili.
«Credo che questo sia un lavoro che faccia riflettere. Sentivo di scrivere una storia che apparteneva all’Italia. Noi abbiamo vissuto due momenti storici legati all’immigrazione: la prima è quella dei primi anni del secolo, quando gli italiani si trasferivano in massa verso le Americhe, mentre negli anni ’50 ad andare via era solo il capo famiglia. Oggi il problema dell’immigrazione è ancora presente anche se lo viviamo diversamente. Quindi non è cambiato nulla».
Come è caduta la scelta sugli attori protagonisti?
«Quando ho scritto questo film a dire il vero pensavo a due attori, uno dei quali è Ciro Esposito che già conoscevo ed ha preso parte al progetto. Con l’aiuto di Ciro abbiamo individuato anche altri attori del cast, a parte Sebastiano Somma e Gerardo Placido che ho scelto personalmente».
Il film è stato presentato già in diversi festival, ultimo il Festival di Freistadt “Der Neue Heimatfilm” in Austria.
«Il film è piaciuto molto ed ha ricevuto molti consensi positivi non solo in Austria. Infatti, la pellicola ha vinto il Grand Prix della giuria alla XIX edizione del Terre di Siena Film Festival come Miglior Film nella sezione film italiani e Sebastiano Somma ha ricevuto il Premio come Miglior Attore dalla giuria presieduta da Pupi Avati».
Dopo quattro anni la sua opera prima arriva sul grande schermo oggi, martedì 6 settembre. In quante sale sarà distribuito?
«Sarà in distribuzione a Roma al Cinema Madison per poi continuare al Caravaggio e al Farnese Persol. Proseguirà il suo percorso distributivo nel centro Italia per arrivare in Puglia, Basilicata, Sicilia, Campania, Piemonte e Lombardia. Sicuramente è prevista anche la Campania visto che ci sono diversi attori napoletani. Sarà presentato, inoltre, anche nelle scuole».
Una diecimilalire è un film che potrebbe essere trasmesso in televisione in prima serata…
«In realtà il film è già stato presentato alla rete ammiraglia della Rai, che a sua volta ha fatto richiesta per inserire la pellicola nella programmazione del palinsesto televisivo».
Quali sono le sue aspettative per questo film?
«Spero che il pubblico cinematografico si accorga di questo progetto filmico e che ci sia un passa parola di commenti positivi».