Sarà uno degli spettacoli più belli e meravigliosi che il Napoli Teatro Festival Italia 2016 ospiterà al Teatro Bellini di Napoli nei giorni 1 e 2 luglio, La Grenouille Avait Raison di James Thierrée, danzatore, scenografo, acrobata, nonché figlio dei grandi artisti Victoria Chaplin e Jean-Baptiste Thiérrée.
«È uno spettacolo di atmosfera – dice James Thierrée – che deve fare muovere qualcosa nel cuore e nelle emozioni del pubblico, più che nella testa. È un incontro di linguaggi molto specifico, risultato della mia crescita. Mio padre viene dal teatro ed ha fondato un circo che ha girato molto in Italia, si chiamava il Circo Immaginario e il Circo Invisible, mia madre invece è un’attrice e ballerina. Tutto questo fa parte del mio bagaglio.»
Un racconto brillante e leggero sul mondo dell’infanzia. Una fiaba, allo stesso tempo realistica e grottesca, per rivivere i più segreti sogni e incubi infantili. Thierrée, in scena con Valérie Doucet (contorsionista ed equilibrista), Dominie Hooper (cantante), Yann Nedelec e Thi Mai Nguyen (danzatrici), prosegue la sua singolare avventura in un mondo fantastico che oscilla tra il circo, la danza e il teatro.
«Siccome Napoli non ha mai visto il lavoro della compagnia – continua James Thierrée – penso sia molto difficile capire e cercare di spiegare cosa andrà a vedere, ma è anche una bella cosa, perché sarà un primo intenso incontro. Non può dire andiamo a vedere uno spettacolo di circo o di teatro danza, è una proposizione artistica molto fisica e vediamo cosa succederà, se ci sarà una suggestione, un incontro, una comprensione di questo linguaggio e poi saremo in questo bellissimo teatro, il Bellini, dove ho lavorato con i miei genitori quando ero piccolo.»
Difficile spiegare lo spettacolo o cosa lo spettatore andrà a vedere, no n c’è una trama vera e propria ma un insieme di meraviglie, emozioni, malinconia, divertimenti, sensazioni, corpo, pensiero, come dice lo stesso James: «Non ha una storia, un racconto, il mio lavoro consiste nel dimenticare il più presto possibile una storia, perché non va lontano per me di dire C’era una volta una creatura che ha rubato dei bambini, che aveva il cuore… blablabla. Non sono un autore di teatro in questo senso, per me è più importante creare un’atmosfera. È una mistura di cose che parlano di vecchi ricordi in un’atmosfera di fratellanza, questo sogno dei bambini di crescere senza ordine, una storia c’è, ma preferisco il mistero, lo so è complicato per chi legge un articolo su di un giornale, non c’è storia, non c’è una proposta. È anche arrivare in teatro, sedersi e farsi suggestionare, rimanere in uno stato di non sapere cosa sta per succedere, poi la storia se è solo per rassicurarci, in questo tipo di spettacolo non è un ingrediente necessario.»