Dopo il successo dello scorso anno, Francesco Tarducci in arte Nesli, con il nuovo progetto dal titolo “Kill Karma” fa il suo ritorno sulla scena musicale. L’album è il secondo capitolo di una trilogia iniziata con il precedente “Andrà tutto bene”, la cui pubblicazione è prevista per venerdì 1° luglio. Per questo nuovo lavoro Nesli si cimenta in un tipo di scrittura estremamente personale, di grande emotività che non sfocia nel banale. Ecco cosa ci ha raccontato sul nuovo disco “Kill Karma”.
Sull’onda del grande successo dello scorso anno torni con il nuovo album “Kill Karma”, un progetto che descrivi come il più importante, in cui sentiremo la voce del tuo spirito, del tuo io.
«Ne ho pubblicato tanti di album, questo è il nono. È importante perché in questo ambiente realizzare un disco è un vero e proprio traguardo. In questa occasione mi son messo liberamente a nudo, non che prima avessi vincoli imposti da qualcuno, ma nell’ottica di dover costruire una carriera e non un successo. Mi ero imposto di fare dei percorsi, dei passaggi obbligati. Mi sono dovuto limitare nella scrittura, dando spazio a canzoni un po’ più accessibili a tutti, questo perché era una fase di posizionamento. Dovevo spiegare e comunicare a tanti che non mi conoscevano chi fossi. Anche il passaggio di Sanremo era obbligato. In questo album mi sono sentito libero di scrivere ciò che volevo. È un progetto molto personale e sono soddisfatto del risultato. “Kill Karma” è il secondo capitolo di una trilogia iniziata con “Andrà tutto bene”.
In questo nuovo progetto hai focalizzato molto di più l’attenzione sui testi.
«Sì, verissimo. Li ho scritti diverse volte. Ogni pezzo ha quattro, cinque stesure. Molti, infatti, li ho terminati qualche ora prima di registrarli, proprio perché continuavano a subire cambiamenti».
Cosa non ti convinceva e ti portava a cambiarli di continuo?
«Sarò molto onesto. In realtà per quanto riguarda la costruzione dei ritornelli è stata buona la prima. Il discorso di cambiamento vale per più le strofe, in cui ho cercato lo stesso impatto emotivo di un ritornello, però che non fossero vuote, che ogni parola avesse un peso specifico».
Ci sono diverse contaminazioni: dance e rock, hip hop, beat dance, senza tralasciare ballate struggenti e confidenziali. Hai raggruppato diversi generi a dimostrazione che negli anni hai allargato i tuoi orizzonti musicali, ascoltando e divorando musica senza confini.
«Ho delle personalità ben distinte, in questa somma di 35 anni ne ho potute contare e distinguere sette. Ognuna di queste ascolta generi diversi, pensa in modo diverso, si veste in modo diverso. In questo lavoro ho messo insieme il percorso che queste sette personalità hanno fatto negli anni ed è uscito fuori un lavoro più maturo, con una maggiore consapevolezza».
Perché hai scelto “Equivale all’immenso” come singolo di apertura?
«Scegliere il primo singolo che rappresenti l’album è sempre una cosa difficilissima. La scelta è caduta su “Equivale all’immenso” per alcune ragioni. Una di queste è perché il brano ha una continuità sonora. Un’altra ragione è sicuramente perché è un pezzo veloce con un suono molto power, ma allo stesso tempo è un testo impegnativo, riflessivo che parla di cose non per forza scontate. Mi piaceva l’idea di una canzone pop perfetta, composta da strofe identiche che si ripetono e che hanno la stessa lunghezza di un ritornello».
Dagli esordi ad oggi come sei cambiato?
«Più che cambiato direi scoperto. Ho scoperto come dicevo prima sette personalità che mi contraddistinguono. Ho scoperto tante cose di me che magari non conoscevo e questo album sicuramente mi ha messo difronte a cose che sono emerse, che erano dentro di me ma che non sapevo di avere»
Hai scritto delle canzoni destinate al successo per Tiziano Ferro ed Emma. Cosa si prova a sentire i propri brani interpretati da altri artisti?
«Mi è piaciuto farlo per Tiziano Ferro ed Emma e devo dire che sono stati due episodi anche molto fortunati, poichè “La Fine” ha ricevuto il disco di platino, mentre “Dimentico Tutto”, scritta il doppio platino. Mi piace l’idea di scrivere per altri non con continuità, ma ogni tanto, soprattutto quando si può fare la differenza».
“Kill Karma”, come dicevi prima, fa parte di una trilogia. Stai già lavorando al terzo?
«Al momento mi concentrerò sulla promozione di questo disco anche se il terzo è già in fase di preparazione, poiché tutti e tre album erano stati concepiti come trilogia in un momento unico».