È morto a 86 anni Bud Spencer, nome d’arte di Calo Pedersoli. Ad annunciare la triste scomparsa il post sulla pagina Facebook ufficiale dell’attore: «Con il più profondo rammarico, dobbiamo dirvi che Bud è in volo verso il suo prossimo viaggio. La famiglia Pedersoli». In centinaia hanno commentato il post, scrivendo messaggi commoventi, pieni di amore e riconoscimento, a dimostrazione di quanto l’attore sia stato apprezzato in vita per i suoi film che tanto hanno coinvolto e affascinato le diverse generazioni.
L’attore – più volte campione italiano di nuoto a stile libero in staffetta – deve la sua grande notorietà al periodo in cui ha lavorato in coppia con Terence Hill in film divenuti un vero e proprio cult non solo in Italia. Lo spaghetti-western Lo chiamavano Trinità,il sequel …continuavano a chiamarlo Trinità, …più forte ragazzi!, …altrimenti ci arrabbiamo!, giusto per citarne qualcuno, sono tutti film tra i più visti nelle sale cinematografie negli anni ’70. Ma Bud Spencer, attore estremamente versatile, nel corso della sua lunga carriera ha avuto modo di misurarsi anche in altri ruoli. Ne 1971 ha lavorato nella pellicola di Dario Argento in 4 mosche di velluto grigio, mentre l’anno successivo è stato tra gli interpreti del dramma di denuncia civile Torino nera di Carlo Lizzani. Verso la fine degli anni ’70 ha partorito l’idea di realizzare una tetralogia di film (Piedone lo sbirro, Piedone a Hong Kong, Piedone l’africano e Piedone d’Egitto), in veste di protagonista.
Quella di Bud Spenser si potrebbe definire una carriera ricca di successi, di momenti di gloria, ma anche di delusioni. L’attore, infatti, aveva dichiarato in diverse occasioni la sua delusione nei confronti del cinema italiano, a cui ha dedicato la vita, senza però ricevere un dovuto apprezzamento o riconoscimento per il suo operato – come è successo all’estero – fatta eccezione per il David di Donatello alla carriera consegnato nel 2010 a lui e Terence Hill. «In Italia io e Terence Hill semplicemente non esistiamo. Nonostante la grande popolarità che abbiamo anche oggi tra i bambini e i più giovani. Non ci hanno mai dato un premio, non ci invitano neppure ai festival».
Tra i suoi ultimi lavori in Italia ricordiamo il film drammatico di Ermanno Olmi Cantando dietro i paraventi (2003) e la serie televisiva su canale 5 I delitti del cuoco (2010). L’anno scorso a Napoli, sua città natale, ha ritirato una medaglia e una targa per la sua lunga carriera.
Cerca
-
Articoli recenti
- Intervista a Gennaro Duello, giornalista e scrittore molto apprezzato
- Caserta infinita, il titolo della 51esima edizione di Settembre al Borgo
- Addio a Toto Cutugno
- Gianni Sallustro e la sua voglia di fare teatro
- Intervista a Rosalba Di Girolamo, attrice ed architetto con la passione per la scrittura
Find us on Facebook
-