Lontano dallo squallore disgraziato di una caotica Roma, Sorrentino immerge il suo ultimo film, Youth – La giovinezza, tra le Alpi svizzere e la città lagunare, Venezia.
Una immersione per il corpo e per lo spirito, per osservare il passato e il futuro da un’altra latitudine, l’evolversi della vecchiaia e lo sfiorire della giovinezza, l’essenza delle emozioni che sono tutto quello che abbiamo.
Il regista premio Oscar, ieri 28 maggio 2015, ha presentato nella sua città, Napoli, il suo ultimo capolavoro, rientrato da Cannes a mani vuote, ma con il pieno di incassi al botteghino. In soli cinque giorni dall’uscita, Youth, si è posizionato primo al box office con oltre 2 milioni e mezzo di incassi.
Le trame di Sorrentino risulterebbero semplici, ma a renderle articolate sono i movimenti della sua macchina da presa, capaci di catturare l’introspezione dei personaggi che riflettono e guardano alla loro vita, i forti contrasti tra una inquadratura e l’altra.
Fred, interpretato da un impeccabile Michael Caine, e Mike (Harvey Keittel), l’uno direttore d’orchestra in pensione e determinato a non volere tornare sul palco nemmeno se a chiederlo è la Regina d’Inghilterra, l’altro regista ancora in attività che lavora al suo ultimo film-testamento, trascorrono una vacanza in un resort in Svizzera.
Le confidenze dei due amici sono attraversate dalle crisi degli altri personaggi presenti nel film, un attore (Paul Dano) ricordato solo per la sua interpretazione più insignificante, la figlia di Fred, interpretata da Rachel Weisz, reduce da un divorzio e infine l’attrice feticcio di Mike, una Jane Fonda cinica e ingrata, che spegne ogni ambizione del regista riguardo al suo ultimo film.
A questi si aggiungono Miss Universo (Madalina Ghenea) che, con la sua bellezza provocatoria nei confronti dei due ottantenni dalle membra cadenti, fa la sua apparizione e poi Maradona, a voler rimarcare l’amore e la passione per il famoso numero 10, ma anche un corpo pesante che ormai si trascina con affanno, qui interpretato dall’attore argentino Roly Serrano.
I personaggi dialogano con battute brevi, a volte dissacranti, altre fortemente ironiche, che si esauriscono in poco, senza perdersi in lunghi discorsi, la musica è una costante, come in tutti i film del regista partenopeo, e anche qui il revival – si inizia con You got the love – lascia il posto alla lirica, all’elettronica per poi ritornare sulle bellissime composizioni di David Lang che, con il suo brano I lie, è stato la colonna sonora de La Grande Bellezza.
Youth nel suo girotondo di performance artistiche, di malinconie e riflessioni ci mostra da che lato volge la giovinezza, si vede tutto vicinissimo – dice Mike ai suoi collaboratori- e quello è il futuro, mentre da vecchi tutto è lontanissimo e quello è il passato.
Sorrentino guarda bene alla sua giovinezza da regista e a chi gli chiede se Napoli sarà al centro di una delle sue regie, lui risponde che nel suo futuro vede sicuramente un film ambientato nella sua città. E allora non ci tocca che aspettare la prossima pellicola.