È stato proiettato in anteprima al Modernissimo di Napoli il film “Cain” di Marco Filiberti. Liberamente ispirato a Cain e Manfred di George Gordon Byron, il film vanta la partecipazione di Renato Scarpa, e di un nutrito gruppo di giovani attori talentuosi; tra questi David Gallarello, Luigi Pisani, Gabriele Gallinari, Lucia Mazzotta, Tanita Spang, Maria Francesca Finzi e Benedetta Oribo. La vicenda ruota intorno a un gruppo di giovani artisti, che si sono radunati in un antico casale toscano, nel quale un grande regista, ritiratosi a vita privata da molti anni – lontano dai circuiti produttivi commerciali -prepara e mette in scena esclusive produzioni teatrali. Il fratricidio biblico, origine del male nella storia, diviene la colpa di Manfred (il protagonista), che si troverà suo malgrado a procurare la morte della persona da lui amata.
Alla proiezione presente anche il filosofo Giuseppe Ferraro, che ha avuto parole di elogio per il regista e ha confessato di aver visto il film più di una volta, per poterne appieno capire il significato. Infatti le chiavi di lettura del film sono molteplici. «La nostra società – dice Ferraro – è fondata sul duale, mentre allo stesso tempo aspiriamo a raggiungere l’uno conciliatore. È l’eterno conflitto tra il bene e il male, tra il brutto e il bello e così via». E sempre su “Cain” il filoso dice: «È un film educativo, ti fa riflettere, ti fa guardare dentro come in uno specchio, ci mette di fronte all’eterno conflitto tra umano e divino. L’arte ha dentro di sé l’idea della bellezza assoluta, e nel film c’è un rapporto continuo tra bellezza e verità».
I testi sono di Byron,ma il regista ha fatto di più ,inserendo il linguaggio del corpo con la danza. Ci sono continue citazioni dall’Otello di Shakespeare ;è un film colto, fuori dall’omologazione vigente, nato dalla rielaborazione dello spettacolo teatrale dello stesso Marco Filiberti “Conversation Pièces”. La domanda che ci poniamo dopo aver visto il film è questa: C’è una soluzione alla violenza, all’ossessione delle guerre,alla gratuità delle uccisioni? La considerazione finale è questa: Caino uccide sé stesso innanzitutto nel momento in cui procura la morte ad Abele. Una menzione particolare merita la fantastica fotografia di Mauro Toscano. Un film da vedere e rivedere!
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