Sold out ieri sera, 21 maggio 2016, al Teatro Augusteo di Napoli per Niccolò Fabi. La seconda data del nuovo tour “Una somma di piccole cose” riporta il cantautore all’Augusteo a tre anni e mezzo dall’ultima volta su quello stesso palco.
Da qui una magia.
Niccolò sembra sempre lo stesso eppure è sempre diverso. Niccolò è un’onda di mare.
Senza esitazione il “sire” presenta al pubblico tutti d’un fiato sei dei brani contenuti nel nuovo album. Brani che, come spiega ai presenti, ha scritto in un’altra dimensione. «Spero non vi offendiate – continua Niccolò – ma a tutto pensavo meno che a voi quando ho scritto e registrato quest’album e suonarle adesso fa un certo effetto.»
E forse è questo il segreto di “Una Somma di Piccole Cose”, segreto poi di tutto il lavoro di Fabi: Niccolò non pensa mai all’ascoltatore, lo racconta e basta. Ogni sua canzone si attacca sottopelle, scava dentro e poi improvvisamente risponde alle nostre domande non fatte.
Niccolò è cambiato e la spensieratezza sul palco, la ancora più decisa padronanza la deve al cammino fatto insieme a due amici negli ultimi due anni. Fabi ricorda così il tour e il disco fatto con Silvestri e Gazzè prima di suonare un brano che da solo non avrebbe mai scritto: “Giovanni sulla terra”. Continua poi il suo viaggio tra ricordi recenti e vecchi amici suonando “Solo un uomo” e “Costruire” nello stesso ordine in cui li aveva suonati all’Arena di Verona in trio: «È stato il momento quello in cui ho capito di aver fatto qualcosa di buono e aver seguito un percorso giusto.»
Il cantautore non si risparmia. E così attraverso un live che dura oltre due ore e mezzo e che sorprende il pubblico con ben due bis. Niccolò riconduce ogni fan in posti che aveva dimenticato, in zone d’ombra scomode su cui è possibile fare luce con brani quali “Sedici modi di dire verde” ma anche “Ecco” o ancora “Una buona idea”.
Continui flashback a brani come “Il negozio di antiquariato”, “Vento d’estate”, “Oriente”: sembra impossibile che queste canzoni abbiano vent’anni e che Niccolò ne abbia quasi cinquanta.
Quasi a fine concerto, Niccolò cede il palco a uno dei suoi virtuosi musicisti, il cantautore Alberto Bianco e lo accompagna al piano nella sua “Aeroplano”. Questo gesto simbolico dice molto di più di quanto si riesce a vedere: Niccolò ha scelto come compagni di viaggio Matteo Giai, Filippo Cornaglia e Damir Nefat, una nuova interessante generazione di musicisti con cui si è confrontato ieri sera e si continuerà a confrontare per tutto il tour.
Ad aprire il concerto di Fabi un’altra sorpresa direttamente da Edimburgo, Fraser Anderson: altro talento, altra scoperta. Pochissimi concerti concedono così tanto spazio alla musica in generale e non tanto all’artista in particolare. Forse è per questo che dopo 30 brani tutti vorrebbero il terzo bis.
Niccolò però saluta il pubblico con “Lontano da me”, poi resta sul palco a guardare la folla uscire dal teatro, quasi volesse fotografare i presenti uno ad uno col suo sguardo.
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