Ansi Lumen Teatro, associazione culturale che opera nel campo teatrale alla ricerca di un nuovo linguaggio in grado di coniugare arte performativa e elemento scenografico virtuale, debutta al Kollatino Underground con la sua prima produzione teatrale, “Astolfo on the moon” , uno spettacolo multimediale liberamente ispirato al celebre episodio “Astolfo sulla luna” dell’“Orlando Furioso” di Ariosto.
Sulla scena gli interpreti Roberto Repele, Caterina Acampora, Lavinia Anselmi e Anna Mallamaci, guidati in un interessante processo creativo di scrittura collettiva dalla drammaturga Matilde D’Accardi, ripercorrono le vicende dell’eroe ariostesco inserendole in un contesto tutto contemporaneo.
Cosa accadrà al duca inglese e al suo mondo di carta e inchiostro, quando verrà passato al vaglio di un cervello del terzo millennio? L’unico modo per salvare se stesso e il filo della sua storia dall’oblio sarà quello di accendere la fantasia del Cosmo/lettore, adattarsi alle stramberie della sua Luna/immaginazione per conquistare il suo affetto e la sua memoria. In soccorso al cavaliere errante verranno le tre Parche, filatrici di storie umane, che sotto mentite spoglie lo guideranno a recuperare il senno, ossia la sua libertà di personaggio immaginario.
Nell’intento di attualizzazione della vicenda, la scenografia virtuale, realizzata in collaborazione con lo scenografo Giulio Bartolozzi e col suo team di grafici (Gabriele Pintucci, Mirko Lo Conte, Rocco Salvatore Totaro – insieme sono Virtual Blast Studio), assume la funzione di quinto elemento attivo. Nella ricerca creativa di ALT, infatti, le scenografie virtuali diventano vero e proprio linguaggio scenico, e non mero fondale su cui fare ombra: la scenografia virtuale è il quinto personaggio in scena, la drammaturgia viene costruita e modellata su di essa, viene disposta nello spazio in funzione della sua interazione con gli attori.
Oltre che con gli attori e col testo, la scenografia virtuale infine interagisce in modo costante e immaginifico con il disegno sonoro, realizzato dal musicista e sound designer Alessandro Mastroianni. L’interazione di tutti gli elementi sulla scena crea un viaggio nell’universo della fantasia umana, un minuscolo Cosmo ove tutto è possibile.
Gli abiti di scena, infine, sono realizzati dalla costumista Adelaide Stazi, che crea costumi e oggetti originali, regalando all’estetica dello spettacolo e all’interpretazione degli attori leggerezza, innocenza, poesia.
“Nella mente di Cosmo, il nostro immaginatore – dice Matilde D’Accardi nelle sue note di regia- la fantasia fluisce spontanea e scevra da pregiudizi, come una rapsodia audiovisiva, un affiorare nel buio di immagini pescate dalla retina oculare e ricomposte a creare nuovo senso. I pensieri sono vivi, essi stessi pensano la mente che li partorisce, la assillano con rigurgiti dell’inconscio, interferiscono tra loro in un gioco di magiche corrispondenze e cortocircuiti non-sense. Questa spontanea vitalità dell’immaginazione può essere risvegliata con la scrittura scenica: gli attori, guidati nell’analisi del testo da me e Roberto, si sono divertiti a proporre a partire dalla loro autoralità possibili interpretazioni dei personaggi e delle relazioni, contribuendo in modo creativo alla costruzione dello spettacolo – poiché ciascuno di loro è stato innanzitutto creatore del materiale drammaturgico. Io poi intervengo per supervisionare la messa in scena e darle una forma definitiva , in dialogo con Giulio ossia con stili e contenuti della scenografia virtuale, dentro alla quale si muovo gli interpreti”.