Per la prima volta in Italia, due mostre offrono un ampio spaccato del lavoro di Dorothea Lange, pioniera della fotografia documentaristica e di denuncia sociale. Giovedì 9 giugno, alle ore 19:00, presso lo Studio Trisorio (in via Riviera di Chiaia 215 a Napoli), sarà inaugurata la retrospettiva “A Visual Life”, con fotografie scattate fra il 1930 e il 1940. Sabato 11 giugno, alle ore 17.30 a Castello di Postignano (Sellano, PG) sarà inaugurata la mostra “The Camera is a Great Teacher”, con 51 fotografie.
La macchina fotografica è stata per la Lange “una grande maestra”: strumento attraverso il quale poter osservare il mondo provando a “vivere una vita visiva”. L’umanità dei soggetti che ritrae non è mai secondaria all’esigenza di documentare la realtà: nelle sue immagini mette a fuoco la disperazione e la miseria delle persone, ma anche l’orgoglio e la dignità con cui affrontano il proprio destino. È forse questo il motivo per il quale le sue fotografie sono sempre attuali.
Dorothea Lange è soprattutto nota per aver documentato per la Farm Security Administration la Grande depressione americana: le condizioni di vita nelle zone rurali degli Stati Uniti, la povertà degli agricoltori costretti a spostarsi da un luogo all’altro in cerca di lavoro, l’abbandono delle campagne a causa delle tempeste di sabbia che avevano desertificato 400.000 km² di terreni agricoli. In particolare è da evidenziare la fotografia di Migrant Mother, scattata in California nel 1936, che è diventata l’icona di quel periodo storico: una madre “senza patria” che protegge i suoi figli e che incarna la sofferenza di un’intera nazione. Srà pubblicato anche un catalogo dedicato alle due mostre.
Dorothea Lange nasce a Hoboken in New Jersey nel 1895. Dopo aver frequentato la Columbia University di New York con Clarence H.White, dal 1917 al 1919 lavora come fotografa freelance a San Francisco dove apre uno studio. Nell’estate del 1923 con il primo marito, il pittore Maynard Dixon, compie un lungo viaggio in Arizona, dove fotografa gli indiani Hopi; nel 1931 insieme a Maynard e ai due figli si trasferisce a Taos nel New Mexico. Qualche anno più tardi inizierà a collaborare con l’economista Paul Taylor che la introdurrà nel programma della Farm Security Administration. I due si sposeranno nel 1935 e lavoreranno insieme al libro American Exodus che documenta, con testi di Taylor e foto della Lange, l’esodo di più di 300.000 immigrati in California alla ricerca di lavori agricoli. Nel 1942, in seguito all’attacco giapponese di Pearl Harbor, la WRA (War Relocation Authority) incaricherà la Lange di fotografare la deportazione forzata dei nippo-americani isolati nei campi di internamento perché considerati possibili nemici. Negli anni cinquanta realizzerà diversi servizi per LIFE magazine e prenderà parte all’ambizioso progetto The Family of Man curato da Edward Steichen direttore del dipartimento di fotografia del MOMA. Continuerà a lavorare e viaggiare insieme a Paul Taylor visitando diversi paesi del mondo: Giappone, Korea, Hong Kong, Filippine, Tailandia, Indonesia, Burma, India, Nepal, Pakistan, Afghanistan, Egitto. Morirà l’11 ottobre 1965. Qualche mese più tardi, nel gennaio 1966, sarà inaugurata al MOMA una vasta retrospettiva delle sue fotografie, la prima dedicata a una fotografa donna.