La satira intelligente dei Mistero Spettacolo presenta il lavoro discografico “Porci, Pecore, Pirati”. Un concetto musicale, quello che muove il compositore Giuseppe Tranquillino – leader della band – che incalza la critica al sistema sociale ed al consumismo, muovendosi sull’onda del sarcasmo strategico. Un disco che invoca contestazioni, lancia fuoco e aizza fiamme, i cui 14 brani di cui si compone, cantano la denuncia senza giri di parole. Un lavoro di accattivanti metriche, dall’interessante rock epico. A partire da Intro dove le note del piano accompagnano suggestivamente l’aperura vocal. Ritmo saltellante con L’Italia dei Pensieri, dove la critica avvolta di denuncia, si esprime con frasi caricaturali: “Star televisive dove conta chi più ha capelli”. Rock incisivo in Pressapochista. La voce graffiante coinvolge in una grintosa riflessione sulla società alla stregua di una rappresentanza governativa a dir poco incerta. Rientra il sound avvolto di toni vivaci con Strategie del benessere, in cui la strofa “Lavori per produrre quel che poi consumerai”, racchiude l’intero contenuto del brano. Canzone di Profilo, un testo spiazzante, che spinge l’attenzione sul concetto di intolleranza e lo fa con una musicalità ricercata, la cui leggerezza vocale, imprime un significato forte. MWM suona la relatività del tempo, un pezzo che si muove seguendo una vibrazione vicina alle tonalità pop, intonando un “Io pago” conclusivo, che spiazza e fa pensare. Corre veloce Mozy un motivo acceso di liricità che sfocia in suoni country. Un sound che sa di mistero, che espande suoni ovattati è Mia cantina. Il testo imprime il significato dell’apparenza dilagante, accrescendo il significato del qualunquismo. Finzione, descrizione di carnefici, di falsi complici e delle inevitabili diffidenza in PPP. La track list dell’album dei Mistero Spettacolo, di cui il video in circolo vede protagonista il tastierista Luca Boero. Accordo di batterie e chitarre esaltante in Daltonismo cronico, una traccia rivelata dall’intelligente metafora del titolo, che segna la nostra “cecità” che ci rende “carne da macello” della società. Frignone è la prosecuzione più istintiva di daltonismo cronico, pezzo identicamente incentrato sull’ineffabile destino di condanna, che sceglie l’italiano medio, abituato “miseramente a piangersi addosso”. Penetrante è l’effetto che ascoltiamo in L’uomo delle foglie. Una traccia che descrive la metafora umana che così come le foglie, rinasce, invecchia, muore, si rinnova. Transumanza racconta severamente il comportamento parassita di chi trova tutto già pronto e non ha necessità di mettersi in gioco, di apprendere e di imparare. Chi vive sulle fortune altrui, rendendo un contesto lavorativo e sociale ancora più misero di professionalità e preparazione. Emigrante chiude il lavoro discografico dei Mistero Spettacolo. “Troppi buchi nello stivale e l’estinzione dei calzolai, mi costringono ad emigrare per non finire sotto sotto sale, come sardine sulle tavole degli usurai”. L’ironia pungente e di ingegnoso intelletto, percorre l’intera composizione di Porci, pecore, pirati.
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