È ironico e provocatorio Gianluca Grignani quando presenta il suo nuovo disco Una Strada In Mezzo Al Cielo. E forse ha ragione a esserlo perché questa più che operazione nostalgia-autocelebrazione, sembra essere un ritorno con la sete di rivincita. L’album contiene quasi tutte le canzoni dei suoi primi due album, “Destinazione Paradiso” e “La Fabbrica di Plastica”, completamente re-arrangiate, prodotte tra l’Italia e l’Inghilterra, con alla voce Gianluca assieme a Elisa, Carmen Consoli, Ligabue, Annalisa, Briga, Luca Carboni, Fabrizio Moro, Max Pezzali e Federico Zampaglione.
Chi è Gianluca Grignani oggi a 20 anni dal debutto?
«Sono lo stesso ragazzo che è salito su un palco con una chitarra, e appena è sceso ha subito capito due cose. Che i sogni che stavo cercando erano già infranti. E che le rockstar non esistono».
Per questo all’inizio facevi pochi concerti?
«Oggi sono a contatto col mio pubblico in maniera bellissima. Annuncio show acustici cinque giorni prima sui social network e li riempio di gente. All’epoca avevo capito che non era per me, non ero pronto a eseguire dal vivo le canzoni che scrivevo. Non ero all’altezza della mia scrittura. Non era perché non volevo le ragazzine sotto il palco. Ricordo di aver pianto al telefono con Vasco Rossi appena sceso dal palco una volta».
Che cosa pensi quando riascolti i primi due album?
«Sono dischi miei totalmente, li rivedo con la maturità di oggi che non mi permette di far danni. Mi sono appassionato alla musica, sono diventato un discreto fonico, ho viaggiato, sono stato agli Hit Factory di New York. All’inizio ovviamente tutti volevano da me quello che non potevo essere sempre. Non volevo pormi come bella faccia giovane e cantautore generazionale. Per questo ho fatto La Fabbrica di Plastica, che è stato un gesto folle. Anche per il mixing che ho curato tutto da solo, facendo degli errori».
Come hai scelto i duetti da inserire nell’album?
«Volevo che Luciano Ligabue cantasse La Fabbrica di Plastica perché ha toccato le stesse corde in uno dei suoi brani. Lui mi ha detto: canto questa strofa qui perché sai, ho 57 anni. Non ho ribattuto. Elisa ha fatto Destinazione Paradiso con me e sono molto orgoglioso, così come Falco a Metà per Luca Carboni. Quel pezzo è forse frutto di tutti i miei ascolti del primo Carboni, Farfallina…lui è un cantautore prima che cantante e la sua voce mi ha influenzato molto».
Lo hai visto di recente ad Amici, giusto?
«Sì ma era sfuggente. Io voglio diventargli amico. Gli ho fatto dei ringraziamenti a livello umano molto sentiti. Anche perché quando ha inciso a Milano io non c’ero perché stavo male quel giorno.
Hai cambiato manager di recente e attorno a te c’è aria di cambiamento. Come la vivi?
«Sono molto più libero, voglio dire tutte le cose che non mi hanno fatto dire negli ultimi tempi. E sono libero perché faccio la musica che voglio. In America Bruce Springsteen ritirando un premio ha detto: Brutti stronzi me lo date solo perché sono vecchio. Io voglio poter dire queste cose anche in Italia».
Sai che recentemente Fedez ha tolto le sue canzoni dalla Siae e si è affidato a Soundreef?
«Fedez sa più come vanno i soldi che come va la musical visto che fa il manager, che faccia lui la Siae e io sarò il primo a iscrivermi (ride)».
L’artista terrà due grandi live: il primo dicembre a Milano (Alcatraz); il 3 dicembre a Roma (Atlantico). Le prevendite apriranno su Ticketone il 9 maggio. Organizzazione a cura della “Ventidieci”.