I Tiromancino, forti del successo di Piccoli Miracoli (attualmente il brano più suonato in radio in Italia) tornano con Nel Respiro del Mondo, a due anni dall’ultimo album. Nel disco, prodotto da Luca Chiaravalli e scritto da Federico Zampaglione, c’è electro-pop moderno, raffinato gusto cantautoriale che è il marchio di fabbrica di Zampaglione. E anche innovazione nel mix di acustico e elettronico che fa dire a Zampaglione: “Col passare del tempo mi interrogo molto su come fare nuovi dischi e devo sempre trovare il modo di andare avanti non ripetendomi”.
Dove trovi ispirazione?
«La regia mi aiuta molto, trovo una trama e mi ispiro a un’immagine di fondo che fa da riferimento sia a testi che musica. Questa volta ho pensato al mare e alle canzoni che sono delle scene di un unico film che raccontano momenti diversi e sentimenti diversi».
Molto mare nel disco, anche nei suoni. Che ricordi hai legati al mare?
«Tantissimi, non sono appassionato di montagna e andavo spesso al mare in Calabria dove avevamo una casa dove non c’era nessuno, era casa di mio nonno lasciata a mio padre. Era un elemento che è stato presente nella mia vita, il ricordo delle spiagge deserte e mare selvaggio, senza nemmeno stabilimenti».
E adesso?
«Quando ci vado vedo il mare turistico che è diventato, un luogo di aggregazione. Fare il bagno è un’esperienza rinfrescante. Prima lo osservavo, restavo ore e ore, studiavo i pesci, le abitudini. Mio padre anche è stato un sub per tanti anni».
Nei titoli, da “Molo 4” a “Onda Che Vai” torna quello scenario anche in musica. Come lo ha trasposto?
«Nei miei pezzi c’era sempre un riferimento, penso a Conchiglia, Come un Pesce, era un elemento di grande respiro. La musica e l’arrangiamento è frutto della collaborazione con Luca Chiaravalli che è un eccellente produttore pop. E per questo l’album è una pausa anche da tutta la negatività. Il Paese funziona male, la gente in tv che racconta bugie, le speranze disattese. Prendiamoci un respiro e godiamoci la musica».
Hai avuto momenti in cui la pensavi diversamente?
«Solo l’horror mi salvava e ho smesso con la musica e ho iniziato a fare film. In questo disco c’è invece la mia risalita. Bisogna avere coraggio di riprendersi la positività dei sentimenti e reagire. Una volta quando sono stato a Sanremo ho fatto un pezzo di denuncia ed è successo di tutto. D’ora in poi non voglio più legarmi a nessuna protesta o presa di posizione. C’è già chi lo fa bene nella musica».