Al Teatro Nuovo di Napoli è di scena Gand’Estate, scritto e diretto da Enzo Moscato che ne è anche interprete con Massimo Andrei; una produzione Compagnia Teatrale Enzo Moscato/Casa del Contemporaneo (repliche fino a dom. 10 Aprile).
Il sottotitolo di Grand’Estate recita “Un delirio fantastorico, 1937/1960… ed oltre”. In effetti, si tratta di una babelica commedia umana dove l’autore risale a un prima e a un dopo la vicenda di Luparella, scritta nel 1983. Quella storia si svolgeva nel ‘43 in un bordello dei Quartieri Spagnoli, mentre quest’ultima insegue le storie delle altre prostitute di quel casino. Attraverso le voci di Poppina, Sciuscetta e Lattarella, i due protagonisti ci conducono in un viaggio attraverso i Quartieri Spagnoli di Napoli, l’Africa Orientale, il Mediterraneo e l’isola di Malta, e attraverso il tempo, dalle “case chiuse” d’epoca fascista alla legge Mammì, per approdare a un molto più prosaico “Club ‘78” del presente, in cui il ruolo della prostituta tradizionale viene ridotto a quello di squallida escort. Dopo mirabolanti avventure (vere o false che siano) le tre ineffabili “signorine” decideranno, così, di scrivere al Presidente Napolitano affinché istituisca un D-Day in onore delle eroiche prostitute di una volta. «Grand’Estate – scrive Moscato in una nota – è una strana pièce, la cui compiuta comprensione sfugge persino a me stesso. E’ un lungo tracciato di parole, con i piedi in una sorta di epilogante-teatrino-night club anni ’60, con i tratti di un racconto plebeo-picaresco, linguisticamente in bilico tra il napoletano, l’italiano e un caleidoscopico ‘residuato’ di altri idiomi indo-europei».
Con i tratti ironici, sarcastici e mordaci a lui congeniali, Moscato ci regala, ancora una volta, indimenticabili personaggi reietti e teneri, capaci di suscitare ilarità e commozione. Moscato e Andrei si rimpallano – di volta in volta – i vari caratteri, arricchendo il testo con infinite sfumature attoriali, rendendo lo spettacolo – recitato e cantato – fluido e divertente. Fanno la loro parte anche i bravissimi giovani Giuseppe Affinito, Caterina Di Matteo, Gino Grossi, Francesco, Giancarlo e Peppe Moscato. Scene e costumi, evocativi di una nave col suo equipaggio, sono a firma di Tata Barbalato; il disegno luci di Cristina Donadio e le musiche originali composte da Claudio Romano. Ricerche musicali a cura di Teresa Di Monaco.
Da vedere.