Alessio Bernabei è alla vigilia di un importante debutto. La sua esperienza nei Dear Jack, che ha fondato, è durata solo due anni. Hanno vinto il talent show Amici nel 2013, poi tour di successo, folle e popolarità. A settembre del 2015 ha firmato con la Warner Music Italy e ha iniziato a lavorare a Noi Siamo Infinito, il suo primo album da solista che esce venerdì 8 aprile. Lo abbiamo incontrato per conoscere la sua nuova vita artistica.
Hai solo 23 anni ma sei già popolarissimo. Cosa ha aggiunto il tuo passaggio a Sanremo alla tua carriera?
«Dai social network vedo che ci sono più persone che mi seguono. Magari qualcuno mi detestava prima e ora mi fa i complimenti, credo che con il gruppo avessimo un target molto preciso, sui teenager. Ora posso piacere a tutti, almeno a varie fasce d’età che era quello che volevo.»
Cosa non ha funzionato con i Dear Jack?
«Mi rendevo conto di vivere un sogno, di essermi realizzato, perché volevo fare il cantante fin da piccolo. Ma poi non ero felice, non c’era soddisfazione. E quindi quando sono sopraggiunte anche incomprensioni personali non ho potuto resistere, ci siamo detti: me ne vado io o voi? E così ho proseguito da solo.»
Li senti ancora?
«Certo siamo in contatto. Non è stato semplice, è stato un tuffo nel buio per me, mi sono detto l’anno scorso: e ora che succede? Grande libertà ma anche grande rischio. Sai, succedono queste cose quando non c’è stato molto tempo per conoscersi, io facevo musica con altri ragazzi, poi lì ad Amici ci siamo conosciuti e ci siamo messi assieme per quell’esperienza. Era anche un periodo in cui mi piaceva fare musica più orientata alla scena italiana.»
E ora invece?
«Sono tornato in parte alle mie preferenze iniziali. Ho sempre guardato all’estero, io volevo diventare cantante internazionale. Lo so, è un sogno molto difficile da realizzare e quindi ho pensato di fare musica come la fanno all’estero, però cantata in italiano.»
Come vedi lo stato della musica italiana?
«Ovviamente molto dura emergere e fare i passi giusti, ma per quanto mi riguarda, dopo aver fatto posti grandi come il Forum, si capisce che era una popolarità gonfiata dalla tv e quindi per ripartire devi reintrodurti in un circuito più piccolo. Il sette aprile ho una data zero a Parma, poi il 19 all’Alcatraz di Milano e il 21 all’Orion di Roma.»
Che aspettative hai con questo disco?
«Mi sono affidato completamente al produttore Fausto Cogliati, che ha un curriculum soprattutto di musica rap. Abbiamo costruito un sound molto affine alle mie preferenze, al mondo anglosassone. Ho studiato i dischi solisti di grandi artisti, Justin Bieber, Marco Mengoni. Ma nel mio cuore ci sono anche i cantautori italiani come Modugno, Battisti. Mi servono tutte queste influenze, perché così sono riuscito a fare un disco come volevo io, che parlasse di me e che fosse personale.»
Hai scoperto amicizie vere nel tuo lavoro?
«C’è Fred De Palma che ha partecipato al disco che è un amico vero. Anche gli Zero Assoluto sono come dei fratelli, mi fa effetto perché quando ascoltavo Per Non Dimenticare nel 2009 ero alle medie. Poi ci sono Benji e Fede, che sono come me alla Warner e che ho portato a Sanremo. Tutti questi artisti si esibiranno con me nei live che abbiamo programmato.»