In scena, al Teatro Nuovo di Napoli, Servillo Legge Napoli, di e con Toni Servillo, presentato da Teatri Uniti (repliche fino a dom. 3 Aprile).
Più che uno spettacolo, Servillo Legge Napoli è un viaggio nella lingua e nella cultura partenopee, attraverso le parole di grandi autori napoletani del passato e del presente. Grandi poeti che ingiustamente sono stati relegati entro i ristretti confini di una supposta poesia dialettale ma che, al pari di tante altre voci che si sono espresse in lingua, hanno saputo raccontare le passioni umane, le contraddizioni dei loro tempi e del loro luogo. In questo viaggio dantesco al contrario (come lo stesso Servillo lo definisce), dal Paradiso all’Inferno, il grande attore casertano ci accompagna per mano alla scoperta e riscoperta di autori e opere che hanno fatto la storia della poesia, dall’Ottocento ad oggi. «Ho scelto questi testi – sottolinea Toni Servillo – perché ne emerge una lingua viva nel tempo, materna ed esperienziale, che fa diventare le battute espressione, gesto, corpo. Oltre la lingua – aggiunge Servillo – il filo rosso che attraversa e unisce la serata è il rapporto speciale, caratteristico di tantissima letteratura napoletana, con la morte e con l’aldilà, il commercio intenso e frequente con le anime dei defunti, i santi del paradiso e Dio stesso». Si comincia, dunque, con due poemetti che trattano il tema del Paradiso in modo tipicamente partenopeo: Lassammo fa a Dio di Di Giacomo e De Pretore Vincenzo di Eduardo, per passare a motivi più terreni e concreti come le liriche di Russo e Viviani (bellissima e attualissima la sua Fravecature), per arrivare infine ai Maestri contemporanei come Moscato (la sua Litoranea costituiva la parte finale di Rasoi, spettacolo manifesto di Teatri Uniti che negli anni Ottanta lanciò, tra gli altri, proprio Servillo), l’ingiustamente quasi sconosciuto Borrelli, Totò con la sua immancabile ‘A Livella e la splendida ‘A Casciaforte di Alfonso Mangione, musicata da Renato Carosone.
Una buona occasione per divertirsi e commuoversi attraverso il retaggio di tutta la nostra cultura.