I Moseek, band electro-rock alternative, si è formata nel 2010, ma la loro notorietà arriva con la partecipazione ad X-Factor 2015. Attualmente sono impegnati alla realizzazione del nuovo album e di un tour in cui portano sul palco molti brani suonati nel corso di X-Factor. I Moseek sono Elisa Pucci (voce, chitarra, autrice musica e testi), Fabio Brignone (basso e cori) e Davide Malvi (batteria e pc-sequenze), band electro-rock alternative. Questa sera la band sarà al 2.0 Duepuntozero di Pomezia. Abbiamo intervista la voce dei Moseek, Elisa Pucci.
Ad X-Factor avete dato prova del vostro talento ed esperienza di musicisti, presentando cover in una nuova veste con arrangiamenti inediti, sempre molto originali ed in linea con il vostro stile elettro-pop. Cosa vi ha lasciato questa esperienza?
«L’esperienza di X-Factor ci ha lasciato tantissimo. Abbiamo imparato molto a livello musicale. Sicuramente abbiamo trascorso due mesi con persone che hanno segnato le nostre vite, con le quali abbiamo condiviso tantissime emozioni. A livello musicale abbiamo avuto l’opportunità di lavorare con il nostro producer Fausto Cogliati, con Fedez, Luca Tommassini, tutti ci hanno trasmesso e insegnato a loro modo qualcosa, mettendo a fuoco alcune cose della nostra band che prima avevamo tralasciato. Tutto quello che abbiamo appreso nel corso del programmo lo stiamo mettendo in pratica adesso nella fase di realizzazione del nostro nuovo lavoro discografico.»
Delusi per non essere arrivati in finale?
«Il non essere arrivati in finale è stata una tappa del percorso, nel senso che non ci aspettavamo nemmeno di arrivare ai live, proprio perché non rappresentiamo il classico prototipo di partecipanti di un talent. Il nostro obiettivo era quello di presentare una nostra canzone e ci siamo riusciti con “Elliot”. Noi abbiamo sempre cercato di vedere X-Factor come un mezzo per farci conoscere ad un pubblico ampio. È stata una tappa del nostro percorso artistico, la più importante che abbiamo fatto da quando suoniamo insieme.»
Fareste nuovamente la stessa scelta?
«Sì, senza dubbio e direi anche con lo stesso approccio. Perché abbiamo vissuto questa opportunità con serenità e in maniera intelligente. I complimenti, le critiche, qualsiasi giudizio era per noi come sprono per fare di meglio. Ogni era per noi un’occasione per farci vedere e conoscere dal pubblico.»
Elliot è il singolo che avete presentato nel corso di X-Factor e che stato portando in giro nei vostri live. Come e quando nasce questo pezzo?
«Ho scritto Elliot nel 2013, un periodo in cui stavamo affrontando musicalmente una tensione particolare, c’era bisogno di una rinascita. Abbiamo deciso di presentare questa canzone sul palco di X-Factor proprio perché anche la nostra partecipazione al talent l’abbiamo vissuta come una rinascita, quindi ci sembrava il pezzo più adatto per descrivere quello che stavamo vivendo. Il pezzo originariamente aveva una struttura molto più lunga, avendo noi un’esperienza live. Con l’apporto di Fausto Cogliati, il pezzo è diventato fruibile con suoni messi a fuoco».
State lavorando al vostro nuovo album, puoi raccontarci qualcosa in più sul nuovo lavoro?
«Il disco è pronto e uscirà a maggio. Prima dell’uscita dell’album presenteremo in un tour di nove concerti le nuove canzoni del disco e daremo al pubblico la facoltà di scegliere quale sarà il prossimo singolo. Questo perché ci piace coltivare il rapporto che si è instaurato con il nostro pubblico che ci accompagna quotidianamente e ci dimostra affetto attraverso i social. Ci piace renderli parte integrante del progetto. Il titolo non l’abbiamo ancora comunicato, a breve sarà reso pubblico sui social.»
I passato avete partecipato a diversi festival, aperto concerti di molti artisti italiani, chi sono i Moosek e come nascono?
«Ci consociamo da anni, ma nel 2010 abbiamo decidere di formare il gruppo, il prossimo luglio festeggiamo il nostro sesto anno di band. Fin dal primo momento abbiamo visto la musica come nostra prima occupazione, come un lavoro, quindi il nostro intento è di suonare il più possibile, sempre e comunque.»