Dopo il successo ottenuto con l’album d’esordio “L’ultima Ovvietà”, Perimetro Cubo, il duo formato dalla voce di Luigi Santilli e la chitarra di Andrea Orsini, rientra in circolo con “Il Dubbio”, un lavoro discografico di grande bellezza. I Perimetro Cubo propongono un album immediato e maturo. Note dai suoni introspettivi in cui è possibile ascoltare l’eco di domande che incontrano ragione e sentimento ed a cui si prova a rispondere accogliendo una vibrazione dai contenuti autoironici e leggeri. Anticipato dal singolo “Tipo, come, quando”, il Dubbio è una produzione discografica distribuita dalla Artist First. Un extended play che è stato “partorito” insieme alla collaborazione di Pierpaolo Ranieri al basso, alla batteria e percussioni Pasquale Angelini, Alessandro Forte al piano e le tastiere. Il violino di Stefano Semprini, il violoncello di Giuseppe Tortora (che accompagna il brano d’intro, Tipo, come, quando). Un risultato di geniale sintesi che vede Perimetro Cubo avvalersi anche della partecipazione di Beppe Carletti, fondatore e leader dei Nomadi, tanto è vero che con Il Dubbio, i Perimetro Cubo, hanno partecipato nella città di Novellara al Nomadincontro2016, riscuotendo un bel clamore. Noi intanto ne abbiamo conosciuto pensieri ed emozioni.
Luigi Santilli ed Andrea Orsini, un duo che sceglie come nome d’arte Perimetro Cubo. Perchè quest’idea?
«Prima di tutto è difficile identificarsi in un nome diverso dal proprio, così come è difficile trovare qualcosa di originale. A noi, soprattutto a me, piace giocare con le parole e i numeri. Perimetro Cubo è un ossimoro. Non esiste in geometria e ci sembrava una buona sintesi dell’unione tra due persone, caratteri e esperienze molto diverse, come nel caso di me e Andrea.»
Dopo il vostro incontro quando avete realizzato di iniziare una collaborazione artistica?
«Ci siamo conosciuti perché Andrea oltre che bravissimo arrangiatore è anche maestro di chitarra. Dopo un po’ ha rinunciato ai suoi tentativi di migliorare il mio rapporto con la chitarra, ma abbiamo iniziato presto ad arrangiare alcune cose che avevo scritto, e poi da lì, molto spontaneamente abbiamo iniziato a scrivere anche cose insieme.»
Con ” L’ultima ovvietà”, album d’esordio, vi siete immediatamente diretti alla candidatura ” Targa Tenco 2015- Opera prima”. Che effetto fa?
«È stata una grande sorpresa, che abbiamo appreso con un pizzico di orgoglio. Ricordo ancora che alcuni amici musicisti mi scrissero dei messaggi di complimenti per aver letto il nostro nome nelle liste dei candidati e noi non ne sapevamo ancora niente. Ci fa piacere che il nostro primo lavoro abbia riscosso un po’ di attenzione. E questo è stato uno stimolo in più ad andare avanti nel progetto e nella realizzazione, che era già in corso, del nostro secondo lavoro.»
Con “Tipo, come, quando”, il singolo che ha anticipato l’uscita del secondo lavoro discografico, vantate la collaborazione straordinaria di Beppe Carletti, il fondatore e leader dei Nomadi. Quali sono le sensazioni che potete raccontarci?
«È stata una esperienza unica, straordinaria, sia dal punto di vista musicale che umano. Lo abbiamo conosciuto, grazie ad amicizie comuni, durante la promozione del primo lavoro, e con nostra sorpresa ha apprezzato e seguito con curiosità il progetto. Quando ha accettato di collaborare al nuovo brano, per noi è stata un’iniezione di fiducia fantastica. Poi Beppe Carletti ha partecipato con grande entusiasmo, come in tutte le cose che fa, anche alla realizzazione del video (un filmato interamente in bianco e nero, molto poetico), e tutti noi, compresi gli altri musicisti, la regista (Elisa Amoruso) e la troupe, abbiamo un ricordo bellissimo di quella giornata insieme a lui. Ed ogni volta che rivedo il video o che sento il pezzo suonato con lui, mi fa un effetto incredibile.»
La tracklist dell’album il Dubbio, contiene i pezzi : “Sei scappata”, “Abbandonandosi all’alba”, “Due cose”, “In questi giorni senza”, “Il dubbio” che dà il titolo all’album e “Tipo, come , quando”, singolo d’uscita. C’è un filo conduttore tra i testi?
«Il Dubbio, oltre ad essere uno dei brani, è anche un po’ la sintesi di tutto l’album. Tutte le canzoni sono attraversate da un senso di riflessione “matura” (non per questo necessariamente giusta o saggia, ma dettata dal passare del tempo), sulle scelte, sui rimorsi e sui rimpianti, con i sentimenti e le emozioni a fare da sfondo. Un po’ come se si volesse raccontare le cose della vita attraverso un viaggio di suggestioni.»
Il Dubbio è un disco che cavalca l’onda della sintesi tra introspezione e riflessioni di vita, raccontate con leggerezza ed autoironia. Quali sono i punti di arrivo e quelli di partenza legati alla diffusione di questo nuovo progetto?
«Abbiamo avuto l’immenso piacere di essere ospiti al Nomadincontro che si è tenuto a Novellara il 20 e 21 febbraio, suonando con i Nomadi ed altri straordinari artisti. In quell’occasione, proprio nei giorni dell’uscita dell’album sulle piattaforme digitali, abbiamo suonato alcuni dei nuovi pezzi davanti ad un pubblico incredibile, appassionato come pochi, ed è stata una emozione pazzesca, oltre che una esperienza da cui pensiamo di avere imparato moltissimo. E’ stata una cosa così incredibile e verrebbe istintivo considerarla un punto di arrivo, ma visto che l’album è appena uscito qualcuno direbbe che è bel punto di partenza. Ci piace conservare quella esperienza come un ricordo unico da cui trovare la fiducia e l’entusiasmo per continuare a giocare, suonare, scrivere e divertirci. E per continuare intanto anche a fare altri live, su cui stiamo lavorando per i prossimi mesi. E nel frattempo speriamo che nuovi amici possano seguirci (o continuare a farlo) anche attraverso i canali digitali ed i nostri video.»