Al Teatro Nuovo di Napoli è di scena Imma Villa in Scannasurice di Enzo Moscato, una produzione Elledieffe-Teatro Elicantropo, per la regia di Carlo Cerciello (repliche fino a dom. 21 Febbraio).
Secondo testo di Moscato, tra i più importanti autori italiani del Novecento-Duemila, risalente al 1982, Scannasurice è un monologo post-terremoto, di un personaggio dall’identità androgina che abita, all’interno di una stamberga, tra gli elementi più arcani della napoletanità, in compagnia dei topi (metafora dei napoletani stessi) e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee (dalla Bella ‘Mbriana al Munaciello), tra spazzatura e oggetti simbolo della sua condizione, alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e della sua quotidianità terremotata. “Ho scelto – dice Carlo Cerciello – di tornare a un autore antioleografico per eccellenza come Moscato, nell’intento di allontanarmi dalla malsana oleografia di ritorno, che, nuovamente, appesta Napoli di retorica e luoghi comuni, in una città che ha smarrito la memoria stessa della sua vita culturale, seppellita dalla banalità e dal conformismo. Il terremoto etico, sociale, politico della seconda metà del ‘900 mi vede, oggi, sopravvissuto, confuso e smarrito, aggirarmi tra le macerie di ideologie, emozioni e sentimenti, proprio come, da napoletano, vissi il terremoto dell’80.”
La regia di Carlo Cerciello regala – ancora una volta – allo spettatore uno spettacolo di grande impatto visivo ed emozionale, dove la poesia del testo diventa materia, carne, sangue vivo che ben si integrano e si amalgamano con le suggestioni dell’autore. Irma Villa, da ottima attrice qual è, offre un’interpretazione memorabile – lei donna – di un “femminiello” asessuato e a-temporale, quasi fosse lo spirito del tempo e della Città. Suggestivo l’impianto scenico di Roberto Crea, che fa tutt’uno col disegno luci di Cesare Accetta, come anche i costumi di Daniela Ciancio, le musiche originali di Paolo Coletta e il suono di Hubert WestKemper.
Grande successo alla prima.