“Perfetti sconosciuti“ è il nuovo film di Paolo Genovese, una pellicola che fotografa la nostra società anche in modo cinico, che indaga il lato segreto di ognuno di noi. Il regista romano decide d’indagare il lato nascosto di uomini e donne durante una cena tra otto coppie: la padrona di casa Eva, ad un certo punto, si dice convinta che tante coppie si lascerebbero se ogni rispettivo controllasse il contenuto del cellulare dell’altro. Parte così una sorta di gioco per cui tutti dovranno mettere il proprio telefono sul tavolo e accettare di leggere sms/chat o ascoltare telefonate pubblicamente. Quello che all’inizio sembra un passatempo innocente diventerà man mano un gioco al massacro. Il film si svolge in un solo ambiente , la scrittura è molto adatta anche al teatro; quando ci si trova in queste situazioni, cioè a dover ˈcucinareˈ il film con pochi ingredienti, solo con attori e testo, la difficoltà è notevole, ma in questo caso il risultato finale è un successo da tutti i punti di vista: bella la storia con la giusta dose di realtà e cinismo, perfetti gli interpreti tutti in parte, sebbene lontani dai loro ruoli ˈabitualiˈ, buoni gli incastri e gli snodi narrativi che risultano molto credibili, verità nei dialoghi, tipologie umane riconoscibili, un finale sorprendente.
Il film è interpretato da Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher e Kasia Smutniak. La coesione del gruppo attoriale conferisce forza alla pellicola che risulta equilibrata in tutte le sue parti.
Alla presentazione alla stampa di Napoli abbiamo incontrato il regista Paolo Genovese e gli attori Marco Giallini e Edoardo Leo.
Paolo Genovese di cosa parla il suo film?
«Ho voluto raccontare il lato segreto di ognuno di noi, fotografo la nostra realtà o meglio quello che nascondiamo sotto al tappeto. In questo film suggerisco un tema di riflessione sulla realtà , talvolta cinico, ma profondamente vero.»
Cosa ci dice della lavorazione del film?
«È durata sei settimane ed è stato bello ma anche faticoso. Il gruppo è molto affiatato, ci conosciamo da molto ma la fatica è stata tanta. Solitamente si pensa prima a scrivere e poi ad immaginare gli attori adatti ai vari ruoli; per questo lavoro ho pensato ai sette protagonisti già in fase di scrittura ed ho capito chea avevamo relalzzato un buon lavoro quando tutti hanno accettato il ruolo.»
Cosa è cambiato nel cinema italiano negli ultimi anni?
«Noi registi italiani della nostra generazione abbiamo deciso di fare squadra, di uscire da quella strada che ci portava ad essere degli artigiani, intesi nel senso di coloro che fanno qualcosa per commissione. Ci confrontiamo tra di noi e penso a me, a Brizzi allo stesso Edoardo, che ha firmato diverse regie, e non abbiamo paura di dirci la verità sulle nostre idee e sui nostri film. Negli ultimi due tre anni hanno cominciato a funzionare film non convenzionali e questa cosa c’incoraggia per i lavori futuri.»
Può essere un film adatto per il teatro?
«Si penso che ne realizzeremo una versione teatrale.»
A quale pubblico si rivolge, può avere successo all’estero?
«Credo di si perché la vita segreta è un tema universale; pare che ci siano già richieste da più parti d’Europa per farne un remake.»
Marco Giallini cosa pensa del suo personaggio?
«Quando ho letto la sceneggiatura, come già era successo in altre tre occasioni sempre con Paolo, ho detto che non piaceva il personaggio, invece ora sono molto contento del mio personaggio. Di solito mi chiamano per interpretare personaggi come il poliziotto cattivo, o altro del genere, ma Paolo che mi conosce da tanto, ha voluto assecondare il mio vero essere : in realtà sono un buono.»
Edoardo Leo cosa pensa del suo personaggio?
«Ho accettato di buon grado un personaggio, come quello di Cosimo, uno senza scrupoli, un negativo. Forse anche per discostarmi dai tanti personaggi positivi che ho interpretato.»