«Qualcuno diceva che bisogna stare attenti ai propri desideri perché prima o poi si avverano». Il suo finalmente si è avverato: è uscito il primo disco di Guido Elmi – il produttore di Vasco Rossi – dal titolo “La mia legge”. Emozionato e romantico, Elmi, da sempre dietro le quinte, veste i panni da protagonista e presenta un progetto di 11 brani autobiografici che raccontano di sentimenti e di avventure. Produttore musicale di tanti artisti italiani, da Vasco Rossi, con cui collabora da oltre 30 anni, a Edoardo Bennato, Stadio e molti altri, Guido Elmi ha suonato e arrangiato il suo disco d’esordio insieme a Vince Pastano, chitarrista di Vasco e Luca Carboni.
Da produttore fino ad arrivare ad incidere un disco tutto tuo. Da cosa è nata questa volontà?
«La voglia di fare un mio album nasce da lontano. Dalla metà degli anni novanta quando cominciai a scrivere brani per me. Ne scrissi una mezza dozzina e li registrai nel mio studio privato. Ma il risultato non era soddisfacente. Probabilmente non ero pronto e la mia voce non mi piaceva per niente. Solo poco più di un anno fa ho scritto nuovi brani in tonalità più confacenti alla mia voce e ho preso coraggio. Ho trovato una vocalità da “crooner” che mi soddisfa. Vince Pastano che ha prodotto assieme a me questo mio primo lavoro mi spronato senza esitazioni. Beppe D’Onghia che ha arrangiato un brano per me molto importante “Sono un uomo” mi ha aiutato tantissimo a farmi sentire un’artista. Beppe è un tarantino trasferito a Bologna ed è stato l’arrangiatore e il direttore d’orchestra del mai dimenticato amico Lucio Dalla.»
Avevi voglia di cambiare?
«Non sono cambiato ma avevo bisogno di nuovi stimoli. Questo progetto mi ha arricchito anche come produttore.»
Cosa c’è racchiuso in ‘La mia legge’?
«Nella mia legge ci sono io con miei pregi e i miei tanti difetti. Con le mie malinconie e le mie solitudini. Con le mie storie fin da bambino e i tormenti di un’anima inquieta.»
Nella tua vita quali sono state le tue vittorie e i tuoi fallimenti?
«Tanti fallimenti soprattutto sentimentali. Ma anche certe imprese finite male come un’azienda di materiali per amplificazione di concerti e un’etichetta discografica. Le mie vittorie sono essermi scelto una professione che mi piace e adesso anche un approdo artistico da solista che mi completa.»
Che differenza trovi tra il mercato discografico italiano e quello internazionale?
«Non seguo il mercato. Ascolto e acquisto molta musica che proviene quasi esclusivamente dagli USA, dalla Gran Bretagna e dai paesi nordici.»
Guarderai il Festival di Sanremo?
«Non l’ho mai seguito se non di sfuggita. E’ fuori dai miei gusti musicali. Con le dovute eccezioni ovviamente. Nonostante non mi piaccia come viene trattata la musica ho un grande rispetto per i bravi professionisti che ci lavorano. Del resto io non guardo mai la televisione. Sono troppo preso ad ascoltare musica di ogni tipo e a guardare film e serie televisive sui canali a pagamento.»