Gianni Morandi e Claudio Baglioni, dopo aver replicato lo show Capitani Coraggiosi per 12 volte a Roma lo scorso anno, tornano in tour e debuttano in radio. Il tour è stato organizzato da FEP GRPUP e parte da Padova il prossimo 19 febbraio per finire a Bologna il 23 marzo. In radio saranno invece protagonisti di due ore di diretta (dalle 19 alle 21) ogni venerdì su Rtl 102.5. Racconteranno la loro storia e dialogheranno col pubblico al telefono. E c’è anche un disco per celebrare questa inedita coppia, che a ottobre è stata seguita da 5 milioni di persone per lo speciale di Rai Uno, che si chiama Capitani Coraggiosi – Il Live e che esce il 5 febbraio per Sony. Ci sono 36 tracce in tre diverse edizioni con una deluxe che include il video del singolo Capitani Coraggiosi e varie clip backstage. Insomma, i due grandi big della canzone italiana assieme stanno facendo sfaceli su ogni tipo di mercato (per il tour invernale già 105mila biglietti staccati e molte richieste anche dall’estero). Li abbiamo incontrati ed ecco di cosa hanno parlato alla stampa.
NON HO L’ETÀ
Baglioni: «Condivido il compleanno con Laura Pausini e Fiorello, sono del 16 maggio. Ma non sono come Morandi che andrebbe avanti per altri 25 anni a fare questo spettacolo. A un certo punto gli ho detto: fai tu e io ti vengo ad applaudire».
Morandi: «Sono allenato per fare i concerti multipli. I veglioni di Chiaravalle, Jesi e tutto il resto in una sera sono stati una palestra. Ricordo il mio primo concerto da non famoso ancora, con Gino Bramieri. Improvvisammo, all’epoca la gente prendeva quello che gli davi».
LE DIVERSITÀ
Baglioni: «Appena finito il concerto, io dicevo sempre: qui hai sbagliato, qui c’è stato un errore. Una volta ho fatto anche come fanno i giocatori di basket, colpa mia. Invece Gianni diceva: ma che belle facce avevano le persone stasera. Questa differenza di approccio ci fa bene».
Morandi: «Mi sono accorto che Claudio quando mi riprendeva lo faceva con affetto e con molta professionalità. Le sue canzoni sono diverse, molte parole in fila…ci sono quei dieci anni di differenza tra il mio e il suo repertorio che hanno cambiato la canzone italiana. Sinceramente credo che tra un anno gli chiederò di scrivere cose nuove per me».
COMPETIZIONE
Morandi: «Quando ci siamo accordati per il tour io pensavo, vabbè, sono un cantante, sarà facile stracciarlo, lui è un cantautore bravissimo, ma questo è il mio mestiere. E invece ho scoperto un’estensione vocale, una forza anche fisica che davvero hanno dell’incredibile in Claudio Baglioni”.
Baglioni: «E pensare che mi mandavi i messaggi dicendo: ho visto un tuo video, incredibile, non penso di essere all’altezza e aggiungevi, sinceramente».
L’ITALIA
Baglioni: «Noi abbiamo vissuto l’epopea della discografia italiana, abbiamo avuto la fortuna di aver visto nascere la canzone popolare e oggi non c’è più quel conflitto generazionale che c’era allora, forse per mancanza di cose dirompenti. La nostalgia inevitabilmente crea legame e ci rientriamo tutti, quindi è giusto sia alla base del nostro spettacolo. Ma siamo anche cantanti italiani che si sono fatti largo in un momento in cui la polpa contava, non gli orpelli. Perciò siamo durati più dei vestiti».
Morandi: «Le canzoni sono la memoria collettiva e credo che le nostre durino perché le mamme le hanno cantate alle figlie. Siamo trasversali, abbiamo pubblico di tutte le estrazioni. Abbiamo vissuto il miglior momento della musica, che era innovativa non solo per l’Italia. Quando sono arrivato io in Italia dicevano: che ci fa questo tra Claudio Villa e Nilla Pizzi? Non subito abbiamo avuto il riconoscimento che abbiamo ora».
LA SPERANZA
Baglioni: «Mi sa che visto come vanno le cose a chi fa il comico, sarebbe bene iniziare a pensare di darsi al cinema. Il nome “capitani” ce lo siamo dati per gioco e lo abbiamo riempito di speranza, di sorprese, di quello che sappiamo fare, cantare, suonare. Non volevamo fare la dimostrazione di medaglie. Ci sono brani che portano speranza, il fatto di essere vivi e assieme già la dice tutta».
Morandi: «Anche il fatto di aver convinto i detrattori della prima ora, i fan talebani dell’uno e dell’altro che non vedevano di buon occhio questo esperimento è una speranza. Cerchiamo di dare il meglio ma abbiamo grande rispetto soprattutto per le canzoni. Non le stravolgiamo, semmai le attualizziamo senza alterarne la melodia».