È attualmente nelle sale italiane, “Il Piccolo Principe”, il film di animazione diretto da Mark Osborne tratto dall’omonimo romanzo di Antoine de Saint-Exupéry. Quasi superfluo scrivere sulla trama o sul significato perché Il Piccolo Principe è il libro per antonomasia, fa parte dell’essere umano, è più di un racconto, più di un romanzo e più di una favola. È la vita. Un tale gioiello che ha allontanato molti, persino Orson Welles che scrisse ben quattro sceneggiature, ma alla fine non portò mai il film sul grande schermo. Neanche il grandissimo Hayao Miyazaki ha accettato la sfida: È un diamante, non lo si può rovinare, pare abbia affermato. La lista degli adattamenti ispirati all’opera, però, è comunque ben nutrita. Il primo, firmato dal lituano Arünas Zebriünas, risale al 1967, seguono trasposizioni televisive, musical, serie di animazione fino a giungere al 2015 quando, al Festival di Cannes, viene presentata la versione prodotta da Leonardo DiCaprio e diretta dall’inventore di Kung-Fu Panda Mark Osborne che, per l’occasione, è stato affiancato da una squadra di duecentocinquanta luminari provenienti da Disney, Pixar e Dreamworks.
Questa volta il film è realizzato in animazione CGI e stop motion con l’obiettivo di coniugare le potenzialità della grafica digitale con suggestioni più retrò, nel rispetto dell’essenza poetica del testo. Nella versione originale in inglese numerose sono le voci eccellenti prestate ai personaggi animati tra cui Jeff Bridges (l’aviatore), James Franco (la volpe), Benicio Del Toro (il serpente), Marion Cotillard (la rosa). Da noi, le voci sono di Toni Servillo, Micaela Ramazzotti, Paola Cortellesi e Stefano Accorsi.
Il film di animazione si divide in due parti, una più introspettiva e l’altra più d’azione accontentando tutti i palati e tutte le età e mantenendo, con il libro, il fil rouge della poesia, del romanticismo e dei temi universali trattati con importante leggerezza. Il regista, animando i disegni originali, ci porta letteralmente nel libro, tra le sue fantastiche pagine. Ci accompagna nella vita contemporanea, quasi asettica e troppo poco umana, di una madre e della sua bambina e nella testa magica dell’aviatore, ormai anziano, amico del piccolo Principe che, diventato adulto, commette l’errore di dimenticare di essere stato un bambino. Libro è film da leggere, vedere e ri-leggere ri-vedere ancora per iniziare bene il 2016 e tutti gli anni a venire.
Il Piccolo Principe, libro scritto nel 1943 da Antoine de Saint-Exupéry, scrittore, inventore e aviatore , è un romanzo in forma di favola sull’educazione sentimentale, un best-seller internazionale, il terzo libro più letto al mondo dopo “Il Capitale e la Bibbia”, tradotto in ben 250 lingue (i primi a pubblicarlo, furono, in lingua inglese, gli statunitensi) e stampato anche in caratteri arabi e cirillici con una versione in veneto (Il Piçul Princip Tradusût) e una in napoletano (’O Princepe Piccerillo). Una delle versioni più particolari però è, sicuramente, quella tradotta in esperanto da Pierre Delaire nel 1960, nel tentativo di darne una versione “universale”. L’esperanto è, infatti, la lingua ausiliaria internazionale più conosciuta e utilizzata, che aspira ad abbattere le barriere linguistiche dell’umanità.