Daniele Groff torna sulle scene con “Bellissima Verità”. Risentire il suo nome fa piacere. Era il 1998 quando un giovane artista del nord calcava il palco dell’Ariston di Sanremo. Daniele Groff, in quel periodo, conquistò critica e pubblico con il brano d’esordio “Daisy”. Adesso, a distanza di undici anni, è tornato sulla scena musicale con il nuovo singolo “Bellissima Verità”.
Un ritorno atteso e finalmente consacrato da nuove consapevolezze: i lunghi viaggi, nuovi suoni, nuove esperienze e la voglia di ritornare a farsi sentire in Italia, la sua nazione, da dove tutto ebbe inizio.
Perchè sei stato lontano dalla scena musicale italiana?
«Dopo “Prendimi”, il singolo del 2007 nato in collaborazione con i Fools Garden (quelli di Lemon Tree), sono stato contattato da una etichetta francese….abbiamo lavorato insieme per tutto il 2008 e siamo stati trasmessi ed intervistati dalle più importanti radio e televisioni francesi con il singolo “Come Sempre”…e poi questa etichetta così come è nata è andata via e l’avventura si è fermata lì. Alla fine del 2008 non ero più soddisfatto di quello che stava succedendo intorno a me, era svanità un po’ l’energia ed anche la magia, quindi mi sono fermato, mi sono messo a studiare canto a riscrivere nuove canzoni, poi altre cose personali che mi sono successe e il tempo è passato.»
Come nasce il nuovo singolo ”Bellissima Verità”?
«Bellissima la verità nasce in giro per l’Europa ed è una delle prime idee musicali di questo disco. Nel corso del tempo ha visto numerosissime variazioni e miglioramenti, frutto di un costante confronto con l’esterno, con gli altri, con amici e professionisti; consigli e critiche preziose che, una volta filtrate, hanno saputo dare forma alla versione finale che possiamo ascoltare oggi.»
Ci racconti del tuo lungo viaggio in giro per l’Europa?
«Viaggiare e confrontarsi con il diverso trovo sia una delle esperienze più arricchenti e stimolanti a cui l’uomo possa attingere. Attraverso il viaggio e lo scambio nascono tanti stimoli e grandi ispirazioni per le canzoni ma anche energia e freschezza per il sound della produzione e per le storie, le immagini, i sentimenti da portare nel testo.
All’estero ho potuto confrontarmi con Per Lindholm (A&R Sony Sweden), Alex Foster (produttore e sound engineer per Radiohead e Coldplay), Davide Rossi (producer e violinista per Coldplay, The Verve, Moby, Alicia Keys, Duran Duran) e molti altri importanti professionisti della musica.»
In primavera arriverà il nuovo disco. Cosa ci puoi anticipare?
«Il progetto è molto ampio e variegato, ricco di sonorità elettro-acustiche e con una spolverata di elettronica cone unico strumento suonato. Si parte da una base di più di 150 canzoni o bozze musicali per arrivare, attraverso una severa selezione nel tempo, alla decina di tracce che compongono il lavoro finito. Lo sforzo produttivo è stato notevole: in una prima fase il disco era destinato al solo mercato europeo e dunque tutto in lingua inglese.»
Poi i fan italiani te l’hanno richiesto…
«Esatto. Poi la “pressione” dei fan e le difficoltà di un cammino forse ancora troppo ambizioso per noi italiani, mi hanno convinto circa un anno fa a ripartire da dove avevo lasciato e quindi ho riscritto tutti i testi e mi sono preparato per il mercato italiano, nel frattempo molto cambiato.»
In questi anni ti sei innamorato?
«Sono sempre stato uno a cui piace innamorarsi e riempirsi del sentimento alto, profondo, eccitante, doloroso, improvviso, impetuoso di quella fiamma che brucia dentro..sensazioni che “sfrutto” appieno riversandole nella musica.»
Ti vedresti nei panni di giudice in un talent show?
«Sarebbe un’esperienza senza dubbio interessante: anche qui, relazionarsi con una realtà ed un ambiente a mio avviso molto votato alla spettacolarizzazione dei sentimenti, conformato all’usa e getta consumistico proprio della nostra epoca e votato da sempre al Dio denaro, potrebbe rivelarsi un’occasione di crescita reciproca.»
Cosa proporresti?
«Proverei a portare e proporre qualcosa di diverso, più genuino, realista e verosimile, in supporto ai molti ragazzi che credono nella musica e che, invece di una critica responsabile e produttiva, trovano spesso commenti adulatori salvo poi essere scaricati (e denigrati) senza complimenti solo qualche fotogramma più in là.»
Ritorneresti a Sanremo?
«Certo che sì..perchè Sanremo è Sanremo.»