Uscirà ad aprile sul grande schermo, Zeta, il nuovo e terzo film di Cosimo Alemà, film manifesto della nostra nuova generazione che ruota intorno al mondo dell’hip-hop, con delle guest d’eccezione, tra cui Clementino e Salvatore Esposito. Cosimo Alemà, ha fondato la compagnia “The Mob”, ed è soprattutto un videomaker dai primi anni ’90, con all’attivo circa cinquecento video musicali di molti artisti tra cui Ligabue, Mina, Fabri Fibra, Gianna Nannini, Subsonica, Paola e Chiara, Fedez, J-Ax. Nel 2011 è uscito il suo primo lungometraggio horror, At the End of the Day – Un giorno senza fine e nel 2013 il suo secondo film, La Santa. Ha realizzato anche l’ultimo video musicale di Rocco Hunt, Se mi chiami, in coppia con Neffa, dove la protagonista del video è Irene Veteri la stessa del film Zeta.
Com’è partita l’idea del film Zeta?
«L’idea è partita in maniera quasi fisiologica per me, ho già fatto due film, ma il mio mestiere nella vita è quello di fare video musicali, in vent’anni ho prodotto quasi cinquecento video. Da molto tempo, in realtà, riflettevo su come avrei potuto coniugare la mia passione per il cinema e questo lungo lavoro fatto nei video, e, quando mi sono reso conto che in Italia, così come nel resto del Mondo, stava esplodendo questo movimento culturale incredibile dell’hip-hop che ha travolto tutto, e che ha fatto riscoprire ai giovani la passione per la musica, dell’uscire, dello stare insieme, il passo è stato quasi naturale, con la volontà di fare una storia universale, che potesse essere una sorta di manifesto di questa nuova generazione.»
Perché intitolarlo Zeta?
«Zeta è l’ultima lettera dell’alfabeto, il protagonista parte veramente dal basso, con quel senso di inadeguatezza rispetto alla realtà e al mondo che sogna, e, quindi, l’avrei potuto chiamare anche due di picche. Zeta perché lui si sente proprio l’ultimo.»
Ci saranno degli inediti o qualcosa di particolare in questo film?
«La colonna sonora è una parte fondamentale e, la musica è quasi tutta originale, scritta e prodotta per il film, o comunque, musica non di repertorio.»
Dov’è ambientato il film?
«La vicenda è ambientata a Roma, però i protagonisti del film, a cominciare dagli artisti cantanti, ma anche molti degli gli attori, hanno provenienza di tutti i tipi. La città stessa non viene mai, né nominata né realmente visibile, è tutto tranne che una Roma da cartolina. È un film che si svolge quasi unicamente nelle periferie e nei luoghi dove si svolge la musica. È ambientata a Roma, ma è una città x, una periferia x, è un substrato sociale, geografico che è comune, insomma l’Italia e non solo, dove più o meno uno può ritrovarsi. Non ha connotazione geografica specifica.»
Hai dato al film anche un taglio da videoclip musicale?
«Il taglio del film è molto cinematografico, visivamente è un film che non avete visto, perché è molto particolare.»
La tua arte di videomaker però credo sia presente….
«Ho apportato delle cose, ovviamente, ma non è un film mosso o faticoso. Ci sono solo dei momenti musicali e non solo. Mi sono soffermato sulla storia, quindi mi auguro che sia unico.»